“Bisogna guardare le fluttuazioni della mente senza toccare nulla. Rimanendo come testimone neutrale di pensieri, emozioni, sensazioni e percezioni, si arriva a conoscere ciò che è prima della mente”.
“Per coloro che seguono il Sentiero della Conoscenza (Jnana) e gli insegnamenti della Non-Dualità (Advaita), non è necessario cercare di fermare le modificazioni della mente. Devono semplicemente ignorare il flusso di pensieri e concentrarci sul soggetto di tutta la consapevolezza relativa: la Consapevolezza stessa”.
Swami Atmananda Udasin
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Nata di Sergio: – Nell’autoindagine vi sono due modi per risolvere i problemi. La via principale è quella di risalire alla Fonte, al Sé, che è il soggetto e la Realtà unica e sola. In questo modo si elimina l’ego e con esso tutti i problemi. Quando questo primo approccio è parecchio disturbato dai flussi della mente, allora si ricorre l’osservazione neutrale, al testimoniare, per dissolvere quei contenuti con i quali l’identificazione è più forte.
L’aspirante può giocare con i due approcci secondo le esigenze della sadhana. Ad esempio, l’approccio del guardare la mente all’inizio può essere parecchio pesante, a volte l’aspirante potrà essere sopraffatto dalla mente. In tal caso può interrompe la seduta e quando riprende può utilizzare il metodo di risalire al Sé per ricentrarsi, e così via.