Si dice che il Sé sia il ‘conoscitore’. Ma come conosce il Sé? Non certo come la mente che conosce attraverso la triade di soggetto, oggetto e processo di percezione. Il Sé conosce per identità! Per questo quella Conoscenza viene detta ‘diretta’, perché non passa attraverso la conoscenza mediata dalla mente, e ovviamente è non-duale.
Questo significa che il Sé, che è pura coscienza, quando conosce un oggetto, questo perde le qualità differenzianti e rimane come pura coscienza. Se ad esempio il Sé conosce una bottiglia di vino, questa smette di essere una bottiglia di vino e diventa identica la Sé… Ecco cosa significa ‘Uno senza secondo’.
Come precisa chiaramente Sri Atmananda, il realizzato continua a percepire la bottiglia di vino attraverso i suoi sensi, ma la sua profonda comprensione della Realtà corregge l’errore di percezione e gli fa vedere che quell’apparenza (ad esempio la bottiglia di vino) è di sogno all’interno di un sogno (il mondo fenomenico della molteplicità).
Dice Sri Shankara nell’Advaita Pancharatnam: “Niente nell’universo è diverso da Me”.
Perciò, se il ricercatore crede che le qualità differenzianti dell’oggetto siano reali, non riuscirà ad avere samadhi prolungati né tantomeno la Liberazione.
Tuttavia, anche se l’aspirante è profondamente convinto di queste verità, potrebbe incontrare impedimenti. In tal caso potrebbe verificare cosa nella propria mente mantiene ancora in piedi l’illusione.
Io mi chiesi: “Che cosa ti impedisce di aderire a queste verità?”. Saltarono fuori vari item (voci di una lista). Io selezionai i più importanti e tra questi vi era ‘la paura di morire/scomparire come entità personale’.
Mi chiesi: “Che cosa succederebbe se muori/scompari come entità personale?”.
“Ah, starei benissimo! Finiscono tutti i miei problemi, niente più tensioni; pace, amore, beatitudine…”.
“Allora da dove nasce questa paura di morire/scomparire come entità personale?”.
Vennero fuori vai item tra cui questo: “Mia madre mi voleva molto bene, ma identificandomi come essere fisico aveva sempre apprensione che mi facessi male e che stessi bene in saluta. Io allora – ero piccolo, intorno ai 4 anni – presi in me stesso la decisione di non morire mai così il nostro amore, tra me e mia madre, non sarebbe mai cessato. Quello era un fine legato alla persona, e questi fini continuano a funzionare nella mente anche se lui e la madre sono morti. Infatti quando scoprii questo fine mia madre era già deceduta per anzianità.
Io però non vi consiglio di riversarvi sulla pulizia mentale, perché se siete a questo livello il mind clearing è troppo grossolano per voi. Insistete nel dimorare nel Sé e ogni tanto fate un check per vedere quali item nella mente ostacolano la Conoscenza Diretta, l’Uno senza secondo.
Un altro accorgimento è quello di notare quando la vostra mente produce un’immagine di voi stessi come persona fisica identificandola come il soggetto dell’esperienza. Questo metodo diventa importante ed operativo soprattutto quando siete vicini a stabilizzare la Conoscenza Diretta.
È proprio questa immagine di voi stessi, che viene poi identificata come il soggetto dell’esperienza, che fa apparire la dualità!
Voi dovete essere il Testimone dell’esperienza, non il soggetto. Il Testimone comporta ancora una certa dualità, ma serve a rendere chiaro che i Fenomeni sono apparenze. Questo fa emergere l’Unica Realtà: il Sé, e il Sé è sia trascendente che immanente. Da ciò viene riabilita l’Unità originaria.