— Ieri ho fatto circa cinque, sei ore di meditazione senza sforzo. Poi oggi è tornata la mente.
— Questa è la difficoltà che resta alla fine. Tu sai di essere Pura Coscienza e hai lunghi periodi in cui permani come Pura Coscienza, ma, dice Sri Shankara nel Vivekacudamani verso 267, l’abitudine di sentirsi come una persona, un io agente, è ‘forte e ostinata’. L’unica cosa è ritornare tutte le volte ad essere Pura Coscienza con una pazienza titanica e INESAURIBILE. Tante volte esci, tante volte rientri. Questa è l’unica cosa da fare. Quanto tempo ci vuole? È imponderabile. Alcuni riescono relativamente in fretta, per altri ci vuole più di una vita. Ma la beatitudine che nasce dall’essere Pura Coscienza può essere espressa solo da una bellezza simile a quella dell’alba cangiata di sfumature blu e arancio. Blu la purezza, arancione la gioia, insieme sono l’amore e la devozione.
Per quanto riguarda le offese e le ferite che si ricevono dagli altri, tutti i saggi e i santi col loro comportamento hanno ampiamente insegnato cosa fare. Come rispose Sri Ramana quando fu ingiuriato da un avvocato ubriaco? Chiuse gli occhi e restò in silenzio. E Swami Kumili quando dei teppisti lo presero a pietre? Sri Atmananda notò che aveva escoriazioni eppure sorrideva. Il Signore Lakulisha, la 28esima incarnazione di Shiva, dà agli aspiranti alla Liberazione un insegnamento a riguardo che chiama ‘Il terzo Volto di Shiva’. Se l’offesa che ti vien fatta ricade su altri, allora è giusto che tu ti difenda per difendere loro; se ricade unicamente su di te, allora sarebbe opportuno accettarla. Dice il Signore Lakulisha: chi ti offende prende in proporzione una parte del tuo karma negativo e ti rende una parte del suo karma positivo. Dato che un aspirante alla Liberazione ha bisogno di molto buon karma, il Signore Lakulisha suggerisce di vestirsi in modo strano, dire cose strampalate ecc. per attirare lo scherno altrui; ma come vedi, nel nostro tempo non c’è bisogno di andare a cercarlo…