— Caro Sergio, Ho spesso avuto dentro di me un pensiero di sottofondo che ci fosse molto di più da comprendere di ciò che sperimentavo nella sadhana: significati nascosti, insegnamenti… questo mi portava a cercare con affanno, spingere, non essere mai quieta… Ma da quando ti seguo mi sorprendo di comprendere ciò che scrivi, con tanta semplicità e chiarezza.
— Rendere chiara la sadhana è esattamente ciò che mi motiva a scrivere.
— È come se la Verità fosse splendente, trasparente, e che è solo la mente, anche nell’inganno di volerne parlare, che in qualche modo la oscura.
— Comprensione perfetta! Alla fine si vede chiaramente che è solo la mente che ostacola. Il Divino c’è già e c’è sempre stato. Anche quando arrivi al traguardo, c’è bisogno di molto tempo di permanenza in quel traguardo – ore e ore di pratica al giorno – perché le spinte della mente si annichiliscano definitivamente. A volte vediamo esseri che nascono già quasi illuminati. Secondo te perché rinascono? Perché le spinte della mente non erano ancora diventate semi abbrustoliti, e qualcuno di essi ha germogliato.
— Vedi, tutto questo mi sta portando ad un cambiamento nella mia pratica, che come scrivevi tu non è più solo la pratica formale, ma diventa ogni momento, con tutti i limiti, le difficoltà, la confusione, gli attaccamenti, i desideri della forma.
— Questo è il terreno in cui si sviluppa la devozione, e quando c’è devozione c’è abbandono alla sadhana e il viaggio spirituale diventa leggero. Hai notato quegli aspiranti che hanno l’approccio “Vado, l’acchiappo e torno”? È una fase giovanile che all’inizio aiuta a impegnarsi per comprendere la sadhana; ma un sadhaka di medio livello dovrebbe averla già superata. Cosa devi acchiappare? È già lì! Devi solo scoprire l’abbandono, e con quello quietare e poi (col nirvikalpa) annichilire la mente.
— A volte mi chiedo se sto perdendo la strada…
— Ciò è dovuto alle vasana che ti fanno cambiare spesso di stato, soprattutto nello Yoga Naturale come dice Hari Gunter in un video. Devi abituarti a riconoscere subito tutti i movimenti che non sono il Sé e dire a te stessa: “Questo non sono io!”. Poi alcuni di questi saranno persistenti. Va bene, vi passi attraverso osservandoli e riconoscendoli come non-Sé tutto il tempo che è necessario. Tale purificazione che distingue il vero dal falso gradualmente dissolve tutti dubbi, che sono essi stessi vasana.
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