La maggior parte degli aspiranti, anche dopo innumerevoli esperienze dirette, continua a rimanere attaccata all’identità personale. Ciò mantiene in essere una serie di comportamenti – interiori (cioè puramente psicologici) ed esteriori – compensativi della pochezza dell’identità personale ed essi stessi meschini, come tutte le azioni egoiche.
A un certo punto, in rapporto a quanto questi aspiranti desiderano veramente la liberazione, il Vero IO albeggia come possibile identità alternativa. Allora l’aspirante comincia a contemplarne la bellezza, e ciò dà inizio al trasloco dall’identità personale al Vero IO. Quanto tempo ci vuole? È soggettivo, dipende da chi è quel jiva (coscienza individuale).