Quando l’aspirante giunge a vedere bene il Vero Io e a distinguerlo dalle sovrapposizioni dell’io personale, si apre per lui la possibilità di dimorare in Esso. A questo punto per i più sorgono due barriere.
Una è che il mondo scompare, l’azione scompare, il tempo è ininterrotto e immutabile ed è stare nella propria vera natura assoluta. Questo aspirante avrà ripetuto più volte l’insegnamento dei libri spirituali “il mondo è un’illusione”, ma ora che la cosa diventa reale incontrerà delle resistenze, almeno quella di adattarsi alla nuova vita.
L’altra e che non è possibile dimorare nel Sé senza un totale abbandono, di se stesso come persona e della propria vita, al Divino. Come si fa a dimorare nel Vero Io sorvegliando continuamente su cosa succederà con la pandemia, l’economia, cosa stanno preparando i padroni del mondo, sulle sorti dei popoli subalterni ecc.? Possibile che non gli venga in mente che forse Dio sa gestire meglio di lui la situazione?
Le due barriere sono impegnative perché riguardano le basi dell’ego. Se vengono superate l’ego scompare; prima per dei periodi sempre più lunghi (manolaya, la dissoluzione temporanea) e alla fine definitivamente con la Liberazione (manonasa, la dissoluzione definitiva senza ritorno dell’ego).
Per entrambe le barriere, a vincere è la perseveranza che di fatto è devozione; e può averla solo chi è animato da un profondo desiderio di Liberazione.
L’aspirante non deve scoraggiarsi dei fallimenti e continuare ad insistere. E la Grazia? Una tale devozione-perseveranza non può non attirarla.
Alla fine vide il Vero Io e con un altro anno di pratica ottenne la sparizione dell’ego; capì però di essere ancora in manolaya, la dissoluzione temporanea, in cui l’ego può ancora far ritorno. Bhagavan Sri Ramana Maharshi per spiegare manolaya usa la metafora del secchio e del pozzo: il secchio è caduto nel pozzo (l’ego si è immerso nel Sé) ma la corda non si è spezzata e quindi il secchio può essere ancora tirato su; con manonasa invece il secchio si è immerso nel pozzo e la corda si è spezzata, non potrà mai più tornare su. Dopo manolaya, con un ulteriore anno di pratica, Langford ottenne finalmente la Liberazione. La sua perseveranza sovrumana, segno del suo bruciante desiderio di Liberazione, in quei primi duri 23 anni aveva bruciato tutte le barriere della sua mente.