F. – Ciao Sergio. Dopo due mesi in cui sto godendo di una Grazia veramente incommensurabile, dove c’è grazia e gioia allo stesso tempo molto forti e molto delicate, si sta presentando una… È difficile da spiegare… È come se fosse una carezza della liberazione. Come se riuscissi in un certo qual modo a vedere quello che è liberazione, e in alcuni istanti poter godere di quello, ma non è un qualcosa né di prorompente, né di forte e né di completo: è proprio solo come una carezza. Ma in quella carezza, quando avviene, nulla è più importante. Benché tutto rimanga com’è. E dunque vedo tutte le lotte fatte per poter aver una realtà priva di dolore, una realtà di amore [si riferisce alla spinta della religione a portare l’etica in terra] quanto in realtà siano inutili. Inutili perché non mi riguarda questa cosa. Che ci sia dell’amore, che ci sia della guerra, che ci sia della violenza, che ci sia una carezza… non mi riguarda, è lo stesso. È un movimento spontaneo che accade e io lo posso in qualche modo testimoniare. Ecco questo mi sta dando un’espansione, una pienezza, una bellezza, una goduria che è sempre nuova e sempre uguale in un certo qual modo.
Sergio – Se mi permetti una condivisione, questo è tutto il lavoro che hai fatto con l’amore da quando ti sei riavvicinato a Gesù. L’amore cancella la mente – quello che tu chiami l’inconscio – e permette a jnana di germogliare e dare frutti. Viceversa, solo con Jnana è molto difficile, anche se possibile.
F. – Un’altra cosa che è stata piacevole, divertente da vedere, è che c’era un’inconscia idea del dharma, dunque del buon comportamento, del buon agire; e non dico che sia sbagliato, ma c’era l’inconscio attaccamento alla forma della vita etica, che era un condizionamento che non permetteva il distacco totale. Perché in realtà non c’è nemmeno il dharma, o meglio, chi vive il dharma è perché è all’interno della creazione. Ma al di fuori di tutto questo, non c’è niente che sei dharmico o non dharmico. Tutto ciò che c’è è ciò che c’è. Né giusto né sbagliato, è ciò che c’è… Con questo non voglio dire che non si manifestino i comportamenti etici, ma è una cosa spontanea… Boh? Non c’è niente da cercare, niente da prendere, da deviare, da spostare… Tutto così com’è… ahh (sospiro di sollievo)…
Sergio – Sì sì, è spontaneo. Persino l’amore nasce da quel nulla (che non è nichilismo ma assenza di concetti), spontaneo e privo di intenzione. La via di bhakti può diventare un bel po’ di fardello mentale senza la trascendenza di jnana. L’aspirante si attacca alla forma di Dio e non riesce ad elaborare la perdita di una persona cara. Ma tu hai un jnana elevatissimo. L’avevi raggiunto subito.
F. – “che non è nichilismo ma assenza di concetti”. Perfetto, meraviglioso, proprio così: assenza di concetti!