Per stato d’animo si intende l’aspetto emozionale. Ad esempio voi potreste essere in uno stato d’animo di dubbio. Non vi metterete ad analizzare il dubbio: “Di che si tratta? Come potrei risolverlo? Cosa dovrei fare?”… Questo è l’aspetto mentale, e se fate in questo vi coinvolgerete con la mente. Perciò non mentalizzate. Osservate lo stato d’animo di dubbio, ossia l’aspetto emozionale nel suo complesso.
Dunque, invece di seguire i vostri pensieri, mantenetevi aperti e osservate lo stato d’animo in cui vi trovate, senza resistenze e giudizi. Siete ansiosi? Arrabbiati? Sentite che dovreste esprimervi? Vi sentite soli? Frustrati? Non compresi?… Dopo un certo tempo vi renderete conto che questi mutevoli stati d’animo non siete voi, e apparirà la vostra Vera Natura in un gran Silenzio e una Pace inalterabile.
Ma se non vi siete preparati col lavoro di Lester Levenson, sarete troppo coinvolti dalle emozioni. Se siete tenaci potete farcela, ma vi troverete a dover fare il lavoro di Levenson mentre fate questa pratica. Ad esempio siete coinvolti da un’emozione, allora vi aprite e aprite per lasciare che l’emozione vi passi attraverso e si dissolva; poi forse dovrete anche trasformarla in amore. Perciò io vi consiglio di fare prima Levenson.
Per alcuni aspetti questa pratica è simile alla Vipassana (nella quale si osservano le sensazioni somatiche) e per altri all’aprirsi e aprirsi di Levenson. Conduce a distaccarvi da tutta la mente. Si può fare sia in meditazione (in cui si raggiunge una profondità maggiore) sia agevolmente durante le attività quotidiane. Se non appaiono stati d’animo né il Sé, continuate ad osservare la presunta assenza di stati d’animo. Se in meditazione siete catturati dal Sé, rimanete nel Sé.
Se volete la Liberazione dovete fare questa pratica no stop. Mahasi Sayadaw praticava la Vipassana ininterrottamente. Era così puro che gli bastava ānāpānasati – l’osservazione delle sensazioni che derivano dalla respirazione, considerata una pratica preliminare.