Questa è mancanza di fede e di abbandono a Dio. Parecchie tradizioni – induismo, buddismo ed altre – dicono che il jiva, l’anima individuale, nella sua evoluzione spirituale va attraverso molte incarnazioni. Se compie buone azioni accumula un buon karma, che si traduce in buona fortuna, se per ignoranza compie azioni contro l’amore, accumula un cattivo karma che si traduce in sfortuna.
Secondo tale paradigma, quello che ti è venuto incontro è un cattivo karma. Però tu dici: “Non lo voglio, è un’ingiustizia che è venuta contro di me. Preferisco suicidarmi”. Se fosse vero il paradigma delle reincarnazioni e del buono e cattivo karma, tu non solo manterresti il cattivo karma che ti è arrivato con la malattia, ma aggiungeresti anche quello per il suicidio. Ecco perché quegli amici ti stanno dicendo queste cose.
D’altra parte anche chi ha un karma negativo non deve arrendersi alla disgrazia. Deve trasformare il piombo in oro. Come? Sviluppando la fede, l’amore, la sopportazione, la preghiera, l’abbandono a Dio. Allora il karma positivo per questi sforzi bilancia quello negativo, non solo: arriva il perdono e la Grazia divina.
Ma io tutti questi sforzi non li vedo, o non abbastanza, altrimenti saresti rimasta in contatto. Vedo sforzi nel sostenere la tua decisione per il suicidio assistito. Se interiormente senti che il suicidio è in armonia con Dio, procedi.
Ma quale autorità decide il buono e il cattivo karma. Noi stessi!
Sul piano animico, l’anima cerca tutte le esperienze che possano aiutare la propria evoluzione verso Dio, verso l’Amore. Perciò se ha sbagliato, se ha fatto soffrire degli altri per ignoranza, tali atti le danno una tale sofferenza che vuole provare su se stessa quel dolore che ha causato agli altri. O anche provarlo semplicemente per comprendere di più gli altri. Nessuno commina pene, è il nostro stesso desiderio a creare esperienze dolorose per noi attraverso il pensiero. Sembra strano che uno possa desiderare di sperimentare il dolore. Ma è così. La gente non va forse a vedere film drammatici o addirittura di horror?
Quindi… e se l’avessi scelta tu questa esperienza?
Nella mia vita le prove, anche le più difficili, quando le ho superate ho visto retrospettivamente di averle auspicate sul piano inconscio o preconscio. Non era affatto qualcosa che mi era capitato in cui non c’entravo niente, non ero finito in quella sciagura a caso … Sotto sotto me l’ero cercata.
Perché?! Perché quella esperienza mi ha fatto crescere, mi ha insegnato, perché sono divenuto più forte e consapevole. La sofferenza mi ha aiutato. Mi ha aiutato soprattutto ad andare oltre la sofferenza. Mi ha aiutato a conoscere la sofferenza e quindi a comprendere di più quella degli altri. Mi ha aiutato a diventare più compassionevole, soprattutto se non sono stato comprensivo e amorevole con gli altri in passato.
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