Viene dai diario in tamil di M. G. Shanmugam, uno dei primi devoti di Sri Ramana Maharshi. Io lo trovo così perfetto, sintetico e chiaro. C’è tutto ciò che bisogna sapere per praticare Atma Vichara (l’autoindagine) e Atma Nishta (il dimorare nel Sé. Una grande risorsa per i sadhaka sulla via dell’Advaita Vedanta.
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Durante i miei ventiquattro anni di relazione personale con Bhagavan ho notato che raramente predicava in modo elaborato. Dava suggerimenti che i ferventi ricercatori dovevano assorbire attentamente e seguire fedelmente nella loro sadhana. Osservando attentamente Lui e le sue azioni e dalle sue parole occasionali e le sue espressioni concise, si poteva apprendere con sicurezza i suoi insegnamenti e seguirli correttamente.
Una volta disse categoricamente: “Poiché praticare l’Atma Vichara ogni giorno è di buon auspicio, e ogni momento è buono, non è necessario prescrivere nessuna disciplina. Lo si può fare in qualsiasi momento, ovunque si possa fare, anche senza che gli altri si accorgano che lo si sta facendo. Tutte le altre sadhana richiedono oggetti esterni e un ambiente congeniale, ma per l’Atma Vichara non è necessario nulla di esterno a se stessi. Volgere la mente all’interno è tutto ciò che è necessario. Mentre si è impegnati nell’Atma Vichara si possono facilmente svolgere anche altre attività. Essendo Atma Vichara è un movimento puramente interno, non distrae gli altri che sono intorno; mentre in sadhana, come la puja, gli altri ti notano. Solo la perseveranza della concentrazione è essenziale nell’Autoindagine, ed avviene sempre interiormente. Solo l’attenzione sul Sé all’interno è essenziale”.
Alcune personali istruzioni che mi diede Bhagavan:
1. Se osservi il respiro con attenzione focalizzata, tale attenzione ti condurrà spontaneamente nel kumbhaka (ritenzione) – questo è jnana pranayama.
2. Più umili te stesso, meglio è per te, in tutti i modi.
3. Ritirando la mente all’interno, puoi vivere ovunque e in qualsiasi circostanza.
4. Dovresti considerare il mondo solo come un sogno.
5. Non permettere alla tua mente di essere distratta da cose oggettive e da pensieri. Escludendo l’adempimento dei tuoi doveri nella vita, il resto del tempo dovrebbe essere trascorso in Atma Nishta (il dimorare nel Sé); non perdere neanche un secondo di disattenzione, in letargia.
6. Non causare il minimo impedimento o disturbo agli altri. Fai tutto il tuo lavoro da solo.
7. Sia le simpatie che le antipatie dovrebbero essere ugualmente scartate e rifuggite.
8. Con l’attenzione focalizzata sulla prima persona e sul Cuore interiore, si dovrebbe praticare incessantemente “Chi sono io?”. Quando ciò viene fatto con attenzione concentrata, il respiro si placherà da solo. Durante tale pratica controllata, la mente potrebbe improvvisamente spuntar fuori; perciò tu devi proseguire il Vichara “Chi sono io?” con vigilanza.
Rimanere silenti senza pensieri è Tutto;
Restare senza pensieri è Nishta;
Rimanere senza pensieri è Jnana;
Rimanere senza pensieri è Moksha;
Rimanere senza pensieri è Sahaja.
Pertanto, lo stato senza alcuna traccia di pensieri è davvero lo stato finale di pienezza!
[Da Arunachala Ashram]