Un aspirante che pratica l’autoindagine, prima o poi ha l’esperienza di essere pura Coscienza o puro Essere. Egli vede che i suoi stati d’animo cambiano di continuo, ma che il puro Essere – o il sostrato della Coscienza testimoniale – è sempre presente e immutabile in ogni momento e circostanza.
Ma come trasferire la propria identità dall’io personale al puro Essere-Coscienza?
Non bastano conoscenza e comprensione, ci vuole l’abitudine.
Innanzitutto vediamo come si forma e si mantiene stabile l’identità personale.
Osservando i suoi genitori ed imitandoli, a un certo punto il bambino comincia a pensare a sé stesso come a un io personale e a identificare questo io con il corpo e la personalità (la mente). Da lì in poi, durante la veglia e il sogno, visualizza mentalmente sé stesso come persona mentre compie azioni, o ricorda esperienze passate, o si proietta in esperienze future, o fa dei sogni ad occhi aperti con un’altra identità personale. Così facendo, senza rendersene conto, egli mantiene salda e stabile la propria identità personale.
Per stabilirsi nel Sé bisogna fare l’esatto opposto: pensare a sé stesso come puro Essere o pura Coscienza. Ciò stabilirà una solida abitudine così da consentire alla nostra identità di radicarsi nel Sé – potete monitorare il vostro progresso verso la liberazione controllando quanto tempo trascorrete pensando di essere una persona e quanto sentendovi puro Essere o pura Coscienza impersonali e universali.
Il miglior modo per abituarci alla nostra Vera Identità è contemplare contemplare – il più possibile – l’Essere-Coscienza che è sempre presente e immutato in ogni circostanza. Poiché la mente può pensare solo una cosa alla volta, l’Essere-Coscienza tende ad affermarsi sempre più come l’Unica Realtà mentre tutto il resto tende a sbiadire. I momenti di assorbimento nell’Essere-Coscienza diverranno sempre più frequenti e prolungati e a un certo punto si scoprirà di poter rimanere stabili nell’Essere-Coscienza. Addio io personale, è la Realizzazione.