G. S. Sharma narra che nemmeno gli alberi erano esclusi dall’amore e dalla compassione di Sri Ramana Maharshi. «Anche gli alberi possono ottenere la realizzazione del Sé.», affermava Bhagavan, «Potete definire un albero ‘un uomo fermo in piedi’, e un uomo ‘un albero che cammina’». Sharma riferisce il seguente aneddoto:
«Un giorno Bhagavan vide un giardiniere che strappava con forza le foglie di un mandorlo: “Cosa stai facendo?”, disse Bhagavan. Il giardiniere rispose umilmente che gli era stato detto di unire insieme delle foglie secche per cucirle e farne dei piatti. Bhagavan l’ammonì: “Voialtri non potete fare niente senza causare sofferenza. Immagina che io ti afferri i capelli e li strappi violentemente. Anche se i capelli sono inerti, sentiresti dolore!”».
Un altro aneddoto:
«L’ashram aveva bisogno di qualche mango per la cucina. Invece di salire sugli alberi e raccogliere solo i frutti che servivano, gli uomini cominciarono a colpirne violentemente i rami con lunghi bastoni. In quel momento Bhagavan, che stava seduto in sala, udì il rumore e fece dire agli uomini di non comportarsi in quel modo. Quando uscì, come faceva ogni giorno, la vista di quei rami spezzati e delle foglie disseminate a terra lo ferì. Gli uomini stavano continuando a colpire gli alberi con i bastoni.
“Fermatevi!”, gridò, “È una pratica troppo crudele! Questi alberi ci donano i loro frutti e in cambio noi li colpiamo senza pietà. Perché non tagliarli alla radice e ucciderli del tutto?”. Questa era la sensibilità di Bhagavan per la sofferenza degli alberi!».
• Grazie a Sri Mahasara per averci segnalato questo bellissimo passo.
• Testo tratto da “Il suono del silenzio. La presenza di Sri Ramana Maharshi” a cura di Patrick Mandala, Edizioni Mediterranee.