La dissoluzione temporanea dell’ego viene chiamata manolaya; quella definitiva, senza ritorno, manonasa. Sri Ramana Maharshi chiama la dissoluzione temporanea dell’ego kevala nirvikalpa samadhi, mentre quella definitiva – la liberazione –, sahaja nirvikalpa samadhi.
Il termine sanscrito vikalpa indica uno dei cinque tipi di attività mentali, e cioè: immaginazione, fantasia, illusione.
I due prefissi sanscriti sa- e nir- vogliono dire rispettivamente ‘con’ e ‘senza’. Perciò savikalpa vuol dire con illusione, cioè con la percezione del mondo fenomenico, ivi incluso il proprio corpo; mentre nirvikalpa vuol dire senza mondo.
Perché Sri Ramana chiama la liberazione nirvikalpa samadhi? Il termine nirvikalpa è usato perché il Sé è in nuce, in essenza, privo di mondo. Quando vi immergete nella Pura Coscienza, vi trovate forse il mondo? Il termine samadhi è usato perché l’identità col Sé è implicitamente ‘unione’ col Sé. Quindi, in questo caso, l’espressione nirvikalpa samadhi non indica uno stato di trance. E infatti Sri Ramana ribadiva spesso: “Il samadhi di cui parlo non è uno stato di trance”.
L’equivoco nasce dal fatto che esistono due stati di assorbimento o trance relativi, cioè temporanei, che si chiamano savikalpa samadhi e nirvikalpa samadhi. questi ultimi due vanno e vengono.
Dovreste considerare bene che il Sé è in nuce, in essenza, nirvikalpa, e quindi l’identità col Sé, o unione col Sé, è in essenza nirvikalpa samadhi, anche se state litigando con qualcuno…