Informazioni su Soham (Sergio Cipollaro)

Vivo ritirato, non cerco pubblicità, non promuovo incontri e seguo solo pochi allievi per volta, ma rispondo a chi mi chiede un parere sulla propria sadhana. Sono contattabile solo per iscritto. Quando, dopo un certo periodo di conoscenza, mi rendo conto che un’aspirante è serio e affidabile, se necessario ci si può sentire anche per telefono. Possa la Benedizione del Sé calare su di voi! ❤

realizzazione spirituale

Per realizzarvi dovete morire come individui. Cosa significa in concreto: non avere samskara, vasana, spinte. Questo è tutto. Per poter non avere più spinte bisogna essere bastevoli di Sé stessi. Provate a far questo invece di correre dietro alle cose del mondo. Per quanto piccole possano essere, sono comunque spinte che vi ricondurranno immancabilmente al film di Maya, attraverso innumerevoli rinascite. È questo il punto.   Continua a leggere →

ci si realizza quando si è pronti, e si è pronti quando la mente impura è morta

— Credo che la depressione e il fastidio avuto questa estate sia un assaggio di manonasa. Ho sentito di perdere tutto. — Con manonasa l’illusione di un mondo fenomenico sparisce del tutto. Anche se il mondo continua ad apparire ai sensi, è vissuto dallo Jnani come una fata Morgana, un miraggio. Rimane solo la Pace eterna dell’Uno senza secondo. Perciò se senti di aver perso tutto, questo è mente! Chi può sentire di aver perso tutto? Soltanto l’ego, non certo il Sé. — Ma prima Continua a leggere →

l’io individuale deve estinguersi

— Nel nirvana probabilmente c’è serenità. Poi ho pensato che c’è molto di più della serenità, pur non essendoci niente. — Sì, la pace è assoluta. Ma il realizzato non forza il pensiero né il ricordo del ‘Niente’. Lui accetta la forma e il modo in cui Dio di volta in volta gli appare. Quindi Dio è ciò che appare in quel momento, e il realizzato è Uno con quell’insieme che appare. Ciò significa stato unitivo, immanenza, essere l’eterno presente. Allo stesso tempo, riconoscendo Continua a leggere →

oltre la mente

Quando leggevo dei testi buddisti dove si affermavano “Non c’è nemmeno un Sé superiore”, mi arrabbiavo. Io, nell’advaita vedanta, ho seguito la via positiva, quella delle Upanishad, di Shankara, di Ramana, dove si sostiene (almeno apparentemente) che c’è un Sé superiore, che c’è l’illuminazione, ecc. Quanto mi erano antipatici quelli della via negativa che sentenziavano: “Vuoi illuminarti? È impossibile, perché tu non esisti!”. Li detestavo... Ma quando si va oltre la mente Continua a leggere →

elogio alla rinuncia

Sri Bhagavan disse che Tatva Rayar fu il primo a divulgare la filosofia advaita in tamil. Diceva che la terra era il suo letto, le mani i piatti per mangiare, il perizoma il suo vestito e che dunque non gli mancava nulla. Nel Maharaja Turavu (La Rinuncia del Re) afferma: «Egli sedeva sulla nuda terra, il terreno era il suo seggio, il vento della mente era il suo ventaglia, il cielo era il suo tetto e la rinuncia era la sua sposa». Sri Bhagavan continuò: «Nei primi tempi non avevo nessun panno Continua a leggere →

stabilizzazione dell’esperienza

— Sono un ragazzo di 24 anni e sono entrato sul cammino quando avevo circa 12 anni. A quei tempi ovviamente non ero maturo abbastanza per avvicinarmi alla forma più pura dell’insegnamento e ho vagato per molti anni tra vari percorsi di stampo esoterico e tutto questo senza guida alcuna. Tutto ciò che so e che ho sperimentato è stato da autodidatta. Non ho mai avuto contatti con maestri realizzati se non tramite i loro libri. La mia è stata una ricerca solitaria, buia e piena di contraddizioni. Continua a leggere →

l’illuminazione diventa normalità, anzi: ‘naturalezza’

— Io ho perso pure il senso e l’idea dell’illuminazione. Diventa normale. C’è beatitudine sotto forma di pace, pienezza, soavità, devozione; ma non una pace e pienezza, soavità e devozione fuori di testa. L’illuminazione si integra, diventa normalità, anzi: ‘NATURALEZZA’... Perciò nessuna sovreccitazione. Mukti: — Amato, sono piena di grazia e gratitudine per la tua condivisione. Dimorare nel Sé scioglie ogni spettacolarità e naturalmente integra tutto. Se qualcosa cambia, Continua a leggere →

la mente pura

La mente pura è priva di contenuti, è luce cristallina della coscienza; e poiché non vi sono contenuti, non è coscienza di qualcosa (cioè coscienza del mondo), bensì Autocoscienza, vale a dire Coscienza del Sé. Quando la Coscienza del Sé non è più distolta dai desideri che si nutrono per il mondo, si fonde col Sé e diventa Quello. Per questo Sri Ramana dice che la Realizzazione può avvenire solo a mente morta. Si riferisce alla mente impura, quella con desideri (che generano poi ogni Continua a leggere →

la Realtà è semplicemente la perdita dell’ego

Sri Ramana Maharshi, Discorso 146 In risposta alla signorina Lina Sarabhai, una colta e d’alto rango donna indiana, Sri Bhagavan disse: “Lo stato di equanimità è lo stato di beatitudine. L’enunciazione dei Veda ‘Io sono Questo e Quello’ [iti-iti], è solo un aiuto per ottenere l’equanimità della mente”. D. – Allora è sbagliato cominciare prefiggendosi uno scopo? M. – Se c’è uno scopo da raggiungere, non può essere permanente. Lo scopo dev’essere già presente. Noi Continua a leggere →

lasciate cadere interiormente ogni discriminazione

Avendo conosciuto il Sé, avendo aderito al Dharma (condotta etica), ciò che resta da fare è abbandonare interiormente ogni discriminazione. Se restano ancora in voi i concetti di buono e cattivo, brutto e bello, siete lontani da Dio mille miglia, non importa quante esperienze del Sé abbiate accumulato. Dio è Uno, lasciate cadere interiormente ogni discriminazione e abbandonatevi a Dio, il che significa fondersi con Dio.   Continua a leggere →