Alcuni amici non praticano bene l’autoindagine. Essi si coinvolgono a esaminare o analizzare la mente: devo liberarmi dal rapporti che ho avuto con mia madre ecc.
La cosa può essere interessante per il miglioramento (presunto) della persona. Ma dato che loro non sono una persona, ma il Sé, questa tendenza alla psicoanalisi è fuorviante: sortisce la continuazione dell’ego (l’io individuale) che si presume che migliori in quel modo.
Le domande ‘Chi sono io’, ‘Chi sta sperimentando questa emozione? o sentimento? o pensiero?’ non preludono a una risposta o una scoperta perché tutti conoscono il proprio io. queste domande hanno l’unico scopo di indirizzare l’attenzione sul Soggetto anziché sugli oggetti.
In questo modo il Soggetto si disidentifica dagli oggetti e dimora nell’IO, cioè nel’Essere-Consapevolezza, cioè nel Sé. Gli oggetti spariscono e resta solo il Sé.
L’autoindagine è più semplice e naturale di quel che si creda. È distorta e resa complessa dalla spinta a coinvolgersi negli oggetti mentali e fare psicoanalisi.
Ok. Fatemi sapere quando ne avrete abbastanza.