Caro Sergio,
ti sto scrivendo in uno stato di immensa beatitudine.
Oggi pomeriggio, quando sono tornata a casa dal lavoro, sentivo che Lei [la Dea] voleva fare qualcosa. Non c’è stato qualcosa di particolare che me l’ha fatto capire, ma lo sentivo già al lavoro.
Sono entrata in casa ho detto “ok, adesso fai ciò che vuoi” e sono iniziate immediatamente le respirazioni kapalabhati e sono andate avanti per tutto il pomeriggio. Quando si interrompevano portavo avanti il lavoro, quando arrivavano mi fermavo e lasciavo che agissero. Qualche volta ho fatto asana spontanee di yoga o mudra, ma ho capito che doveva accadere ancora qualcos’altro. Così mi sono seduta e ho aspettato.
Le braccia e le mani si muovevano in una danza e cantavo una melodia mentre il corpo e la testa tendevano verso l’alto. Ad un certo punto ho visto una luce bianca e poi questa luce è scesa fino a farmi diventare un corpo di luce mentre emergeva dentro di me un’immensa beatitudine che potrei dire non umana, immensa, senza confini.
Quando è finita la meditazione spontanea non avevo più voglia di fare nulla, solo rimanere in quell’immensa beatitudine… che continua anche a occhi aperti e mentre sto scrivendo.
Non so cos’altro scrivere in questo momento… ogni parola sembra superflua.