dimora nel Brahman fino ad essere tu stesso il Brahman

Ti siedi, chiudi gli occhi, ignori i pensieri e porti l’attenzione alla Coscienza che vi sta dietro. Se è coscienza di questo e di quello, si tratta di coscienza coinvolta con gli oggetti impermanenti, siano essi fisici o mentali. Questa coscienza è quindi mutevole ed è chiamata coscienza relativa. Finché incontri il mutevole quello non sei tu; devi risalire alla Pura Coscienza, che è prima della coscienza relativa. L’aggettivo ‘puro’ significa che c’è solo quello. Acqua pura Continua a leggere →

la cosa più importante

La cosa più importante è capire che il mondo non esiste. Sapete che il Sé c’è sempre e che per realizzarlo bisogna solo togliere ciò che lo nasconde. Ciò che lo nasconde è il mondo. Una volta che il mondo non c’è più, siete liberati. Quanto tempo ci vuole? Il tempo che la cosa vi diventi naturale, che non dovete neanche più pensarci. Potete capire che il mondo non c’è anche in pochi minuti, ma questo non vi renderà liberati. Sarete liberati quando il fatto che non esiste il mondo, Continua a leggere →

cosa vi serve per la realizzazione?

Ramana insegna che la realizzazione si ottiene solo a Mente Morta. Naturalmente finché si ha un corpo rimangono ancora piuttosto disponibili le funzioni computazionali e mnestiche della mente; ma se non intenzionalmente richiamata, la mente non invade più la coscienza. Lights out, luci spente, rimane solo il Brahman, cioè la Pura Coscienza senza mente; senza mente vuol dire senza mondo né senza corpo. Nel discorso 430 qualcuno chiede a Ramana: — Ho letto molto sulla Realizzazione del Sé. Continua a leggere →

due concezioni di samadhi

Lo yogi concepisce il samadhi come una trance, mentre lo jnani non lega il samadhi a uno stato di trance. Da cosa deriva tale differenza? Andiamo al secondo versetto degli ‘Aforismi Sullo Yoga’. Patanjali dice: “Il samadhi (lo yoga) è l’assenza di movimenti mentale (vritti)”; quindi non può che essere una trance. Lo jnani invece dice: “Il samadhi è il distacco dai movimenti mentali”; perciò puoi andare a fare la spesa alla Conad, parlare con la cassiera, e al contempo rimanere Continua a leggere →

liberarsi attraverso l’immergersi nel cuore spirituale e quindi fondersi con esso

Quando, da piccolo, vedevo le immagini del Sacro Cuore di Gesù, pensavo che quel cuore al centro del petto indicasse l’Amore che Gesù ci insegna a dare, al posto di altri sentimenti avversivi, e che quella corona di spine che lo cingeva indicasse la sofferenza che Gesù aveva dovuto sopportare perché, in generale, gli esseri umani non avevano accolto e ricambiato quell’amore. Non sospettavo che quell’immagine indicasse la via per la realizzazione del Divino. Il Cuore spirituale non è Continua a leggere →

un dispiacere relativo

Di recente ho avuto un dispiacere relativo – poiché li colloco all’interno dell’illusione tali dispiaceri durano poco. Comunque, un allievo che studiava con me da più di 8 anni è ritornato di punto in bianco alla casella zero del gioco dell’oca, cioè è tornato com’era prima che iniziasse lo studio e la pratica dell’advaita vedanta. Eppure lo ritenevo prossimo alla realizzazione; era nella fase in cui l’aspirante può entrare a volontà nel Sé, il che significa che il suo samadhi Continua a leggere →

il Sé è assenza di desiderio

Il Sé è assenza di desiderio. La vera Libertà è assenza di desiderio. Chi ha una mente impura non se n’avvede perché è compulsivamente legato ai desideri come un tossicodipendente al suo stupefacente, ma chi ha praticato una via spirituale e si è reso conto dell’effimerità del mondo fenomenico e dei corpi, può avere anche dei desideri però comprende che sono forzature allo stato naturale. La Libertà dell’Essere, da cui deriva somma beatitudine, è che non è costretto da Continua a leggere →

il passepartout per il samadhi

Quando sei di fronte al Brahman, hai veramente poca mente. Pochissima comprensione relativa, coscienza quasi indifferenziata. Però rimani lì sospeso e non ti unisci al Brahman. “Perché non mi fondo? Cosa succede?”. Manca l’Amore puro, l’Amore divino; solo quello ti porta a fonderti col Divino. Te ne ricordi, lo recuperi: “Dio meraviglioso!”, e sei fuso in Dio. A quelli di tendenza Bhakta non manca l’Amore divino. Chi non è di tendenza bhakta lo deve coltivare, e se ne deve ricordare Continua a leggere →

devi rimuovere la falsa identificazione col non-Sé mediante il Sé

Sri Ramana Maharshi, dal Discorso 542 Annamalai chiese: – Spesso ho il desiderio di vivere in solitudine per poter dedicare tutto il mio tempo alla meditazione. Si tratta di un desiderio buono o cattivo? M.: – Questi pensieri comporteranno una reincarnazione perché si possano realizzare. Cosa importa come e dove ti trovi? Il punto essenziale è che la mente deve rimanere sempre nella sua Sorgente. Se la mente è attiva anche la solitudine si trasformerà in un mercato. Non serve chiudere Continua a leggere →

quando si realizza il Sé, il samadhi è implicito

Quando si realizza il Sé, e non si tratta di un’esperienza temporanea ma si rimane tali, il samadhi è implicito; non v’e nessun bisogno di perdere tempo a pensare al samadhi. Se avete dubbi circa il vostro stato unitivo, chiedetevi: “C’è qualcosa che è separato da me? C’è qualcosa fuori da me?”. Se nulla è separato da voi quello è samadhi, indipendentemente da effetti speciali. Il fatto è che la letteratura spirituale ci ha abituati a ritenere che degli stati di trance, per Continua a leggere →