Shivananda — Ti mando i tre sogni di questa notte.
1) C’è il sole e delle persone. C’è tutto bianco, come se fosse brinato. Queste persone sembrano entusiaste. Si vogliono gettare nel canale che c’è qui per scivolare giù in discesa. “Venite a casa mia!”, dico, “C’è una carraia bella dritta, lì si scivola giù bene”.
Si buttano tutti dentro. C’è anche mia figlia, ma non è adulta, la vedo come una bimba piccola. A un certo punto c’è una corrente d’acqua forte come dei mulinelli. “Aiuto.” dico, “Viene risucchiata”. La mia Alice scompare sotto l’acqua. “Morirà. Non ce la fa”, penso.
2) Una stanza enorme piena di tantissimi uccelli, anatre e pulcini colorati, con tantissime forme e colori. Uno spettacolo.
3) Cerco il centro città, chiedo informazioni, ma mi ritrovo in aperta campagna.
Soham — I tre sogni descrivono la tua situazione: sei stabile nel Sé.
Quando si diventa stabili nel Sé, la mente non è stata ancora distrutta; vi sono ancora spinte mentali (vasana), ma non hanno forza per portarti fuori dal Sé.
Tuttavia queste spinte potrebbero rafforzarsi in determinate circostanze, ad esempio durante il Bardo (il dopomorte, il periodo tra la morte del corpo fisico e la futura reincarnazione), e farti decadere dal Sé.
Sri Ramana Maharshi usa una metafora: “Il secchio (l’ego) è caduto nel pozzo (il Sé), ma la corda (la mente) non è stata recisa (non è stata ancora distrutta)”.
Lo stare nel Sé con la mente addormentata, ma non ancora distrutta, viene chiamato kevala nirvikalpa samadhi. In questo stato Kundalini ha raggiunto sahasrara, il 7° chakra, ma non è ancora discesa nel Cuore spirituale, riassorbendo lì tutta la manifestazione (la mente). Sri Ramana dice che il canale che da sahasrara conduce, lungo la via frontale, al Cuore è un prolungamento di Sushumna, il canale della consapevolezza.
La buona notizia è che lo stare nel Sé distrugge tutte le vasana. Perciò, dopo un certo tempo di kevala nirvikalpa samadhi, si realizza Manonasa (la distruzione della mente), cui consegue lo stato naturale irreversibile detto sahaja samadhi. Ti rimando al post “Per una definizione esatta di Manonasa”.
Veniamo al primo sogno. Il Sole è il Sé e le persone simboleggiano le vasana rimanenti. Il bianco, come fosse brina, è la purezza. L’entusiasmo delle persone (le vasana) a gettarsi giù lungo il canale indica che non hai barriere. Anzi, dici loro “Venite a casa mia (il Sé) che c’è una strada bella dritta per scivolare giù bene”. Stai dicendo alle vasana: “Riassorbitevi nel Sé. Da lì scivolerete dritto al Cuore, terminando l’apparente viaggio spirituale”.
Tua figlia da bambina è l’ego: da dove nasce l’ego se non dal Sé. Anche l’ego (ciò che n’è rimasto) è consenziente ha tuffarsi nel canale, ma viene preso dalla corrente forte e tu pensi che morirà…
Il sogno, di sommo auspicio, annuncia che non ci metterai molto a realizzare Manonasa e stabilirti nel sahaja samadhi. D’altra parte, da quando hai incontrato Jnanananda, hai impiegato solo sette mesi e mezzo per stabilirti nel Sé.
Il secondo e il terzo sogno sono descrizioni poetiche dello stato naturale. Gli uccelli sono esseri che volano. Il centro città è il cuore della mente, ma cercandolo, ossia investigando sulla mente con la sadhana e il mind clearing, ti ritrovi in aperta campagna (lo stato naturale, il Sé).
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