— Chi sono se non penso?
— Nessun ‘io’! Sei un flusso di coscienza impersonale. È satchidananda. Rinuncia all’io e stai nel flusso di coscienza impersonale.
La coscienza impersonale non pensa, non reagisce neppure alle percezioni. Essa infatti non agisce percependo, è come uno specchio su cui si riflettono le impressioni; ma lo specchio è neutro, non fa niente per rifletterle, è la sua natura, e può anche non essere consapevole di ciò che riflette.
In questo modo tu puoi vivere come flusso di coscienza impersonale, senza un ‘io’. È l’esperienza descritta i Maestri zen. C’è la pura percezione sensoriale, ma nessun giudizio, né un io, nessuna percezione di soggetto della percezione. Non lo trovi neanche a volerlo cercare col lanternino!
Poi, andando avanti, sempre di più questa coscienza impersona, questo specchio sensibile, ricade in Se stesso, attratto dalla sua stessa purezza (Silenzio). Allora perdi la coscienza del mondo. All’inizio avviene nella mediazione formale, poi sempre più spesso anche nella vita attiva. È la tua forma che risponde alle sollecitazioni della vita con la sua intelligenza artificiale, col pilota automatico, e dall’esterno sembra che tu sia attiva, ma tu invero sei assorbita nella non-azione del Sé.
Rinuncia all’io e stai nel flusso di coscienza impersonale.