Visitatore. E che dire della sensazione di vivere un’esistenza separata?
Nisargadatta Maharaj. È il riflesso della Realtà, che è unica, su un corpo separato. In questo riflesso, l’illimitato e il limitato vengono confusi e scambiati per la stessa cosa. Dissolvere questa confusione è lo scopo dello yoga.
V. Non è la morte a dissolvere la confusione?
M. Nella morte muore soltanto il corpo. La vita, la coscienza e la Realtà non muoiono. Anzi, la vita non è mai così viva come lo è dopo la morte.
V. Ma si rinasce?
M. Ciò che nasce deve morire. Solamente il Non-Nato è immortale. Vai alla ricerca di ciò che non dorme e non si sveglia, il cui pallido riflesso è il nostro senso dell’ ‘io’.
V. E come faccio a trovarlo?
M. Come fai a trovare qualcosa? Dedicandoci il cuore e la mente. Devi avere interesse per quella cosa e tenerla fermamente presente. Ricordare ciò che va ricordato è il segreto del successo. Ci arrivi con la serietà.
V. Vuoi dire che basta solo la volontà di trovarlo? C’è sicuramente bisogno sia dei requisiti sia delle opportunità.
M. Verranno con la serietà. La cosa più importante in assoluto è essere liberi dalle contraddizioni: la meta e la via non devono stare su livelli differenti, la vita e la luce non devono entrare in contrasto, il comportamento non deve discordare dalla fede. Chiamala onestà, integrità, rettitudine; non devi indietreggiare, disfare, sradicare, abbandonare il terreno conquistato. La tenacia nello scopo e l’onestà della ricerca ti porteranno alla meta.
(Sri Nisargadatta Maharaj, Io Sono Quello, Conversazione 5)