Sergio — La verità è che con un’autoindagine zelante ci si realizza in 2-3 anni! Troppo per la maggior parte dei cosiddetti ricercatori. Sono pochi quelli veramente animati da un ardente desiderio di Liberazione.
A. — Quando ho iniziato a leggere gli insegnamenti di Sergio, mi ha colpito il fatto che desse “istruzioni” precise con la certezza che alla pratica seguirà il risultato. Tre o cinque anni, d’altra parte, mi sembrano niente… Ho sentito Maestri sottolineare più e più volte, invece, quanto la Via sia difficile. Nella Ribhu Gita si dice “Questo insegnamento è segreto e difficile da comprendere anche con l’aiuto delle varie Scritture. Perfino gli esseri celesti e coloro che praticano avendo a cuore la disciplina spirituale lo acquisiscono solo con grande difficoltà”. I due insegnamenti in questo momento non mi sembrano in contraddizione. Inizio a percepire con l’esperienza la presenza di ciò che c’è dietro il velo, anche se vedo ancora il velo davanti agli occhi: questo cambiamento si sta producendo in modo difficile, perché non lo produco io e non so come avviene; e per la stessa ragione è facile, naturale come il fiume che va al mare. Allo stesso modo, quando torna in primo piano il velo mi rendo conto di quanto esso mi impedisca di sentire, e dunque diventa difficile; e nello stesso tempo sento che il velo non ha nessuna importanza e che la Grazia di superarlo non dipende da me, e così diventa facile.
Sergio — Sì, Amata, è una questione di punti di vista. Perché S. se n’è andata??? Personalmente ci siamo riconciliati e i nostri rapporti sono buoni, ma non mi ha più richiesto di tornare nel Sangha. Perché?… Attaccamento alla mente.
Per i più è difficile accettare che non esiste niente, o meglio, che esiste solo il Sé.
Anche Ramana dice che l’Advaita Vedanta è per aspiranti molto maturi. Ma quelli che sono pronti, come te e Cristina, in un paio di anni possono realizzarsi.
Fabrizio e Roberta l’hanno fatto. Fabrizio al primo intensivo (se ricordo bene) ebbe subito l’esperienza che non c’era niente, niente di niente! Ed rimasto attaccato a quella esperienza, è stata il suo riferimento per tutta la sadhana. Lui fu il classico aspirante orientato alla conoscenza; ciò che lo muoveva era la conoscenza della Verità. Non poteva praticare 19 ore al giorno come Roberta, ma in pratica lo faceva. Portava con sé un bip che gli ricordava ogni ora di ritornare all’attenzione (attenzione sull’attenzione). Dopo 2 anni si è realizzato.
Se vogliamo vederla da un punto di vista evolutivo, un aspirante così non è la prima vita che ci prova. Anche gli altri che sono stati con noi sono aspiranti avanzati – chi partecipa agli Intensivi lo è – ma non ancora pronti alla liberazione, per il momento.
Tu, Amata, incontri difficoltà perché attraversi un periodo straordinario, difficile. Molti al tuo posto sarebbero caduti dalla Via. Le preoccupazioni li avrebbero catturati nella mente. Tu invece, nonostante gli attacchi della mente, tieni bene. Ti fa onore!
Se fossi nella normalità arriveresti alla realizzazione molto rapidamente, e comunque sarà così, perché sei tu, è la tua natura, anche relativa. Se dovessi darti un nome spirituale ti chiamerei Moksha. Talvolta la tua personalità si è lamentata di non avere grandi qualità. “Grazie a Dio!”, dico io… Però una di qualità in te la vedo, grande come l’intero creato, la qualità delle Completa Realizzazione.
Facciamo un test. Chiedo a chi conosce A.: qual è la qualità che si nota subito, marcata in lei?