Come ci si stabilisce nel samadhi, lo stato unitivo? Abbandonandosi e abbandonandosi a Dio, il Sé, ignorando tutte le memorie in opposizione: traumi ecc. È totalmente una questione d’Amore, perciò non concentratevi sulle negatività, ma sull’Amore per il Divino, sia inteso come il Tutto che come l’Uno senza secondo.
Il samadhi si approfondisce, fino a giungere al nirvikalpa. Lì l’abbandono è così intenso che anche la coscienza-conoscenza si riassorbe. Lights-out, si spengono le luci (vedi discorso di Sri Ramana n. 204). Ritornate all’Assoluto immanifesto, che è Essere che non sa di essere, che è Consapevolezza non consapevole di Sé.
Il nirvikalpa, o nirvana, o nirbija, o sonno profondo consapevole, è l’ultimo stadio che sia ancora testimoniato (vedi discorso di Sri Bhagavan 314). Scomparso il testimone, non è più possibile l’esperienza. Finché avete un corpo, avrete ancora una mente funzionale; senza corpo, siete l’Assoluto immanifesto. In ogni caso, con corpo o senza corpo, con coscienza-conoscenza o no, siete sempre Quello.
Uno potrebbe dire: “Eoni di fatica per tornare al punto di partenza, fino alla creazione del prossimo universo, in cui, attraverso la dualità, ricreiamo nuovamente coscienza-conoscenza di noi?”. Potrebbe dirlo se fosse un individuo, ma non lo è più da un bel po’. “È il ‘Gioco Divino’, l’Amore dei Sé per Sé stesso”, dicono quelli che sono ancora consapevoli di Essere; gli altri non dicono niente. Tutto Meravigliosamente Perfetto! ❤