— Come va col Silenzio?
— Oggi un disastro. Conflitti sul lavoro. Anche la situazione generale non mi pare per niente buona. Comunque non resto arrabbiato come prima né trascino la rabbia per lungo tempo.
— Capisco. Ma non soffermarti su questi incidenti. Non lasciare che danneggino la tua sadhana.
Adesso che hai contattato il Silenzio, che si è aperta quella porta, devi passare molto tempo a contemplarlo. Uno sente chiasso, poi un bel giorno ha l’esperienza di essere Silenzio e che tutto intorno a sé è fatto della sostanza del Silenzio. Questo è il primo passo, ed è molto bello, ma l’aspirante non è minimamente abituato ad essere Silenzio e a vedere tutto come Silenzio. Deve passare lungo tempo a contemplare il Silenzio, allora gradualmente il Silenzio diventa una realtà percepibile. Questo è il secondo passo. Da qui parte spontaneamente il 3°, che è dimorare nel Silenzio, e poi il 4° che è essere Silenzio. Con ‘essere il Silenzio’ iniziano i samadhi: savikalpa con sforzo e con oggetti, nirvikalpa senza sforzo né oggetti ma discontinuo, e finalmente il sahaja ininterrotto.
Però quello che ora devi fare è contemplare a lungo questo Silenzio che hai visto nell’esperienza non duale.