Si potrebbe usare come istruzione nella meditazione diadica. Il partner che ascolta dà l’istruzione: ‘Considera la vita come un sogno’. Il partner che medita l’accetta, chiude gli occhi e cerca di farlo; poi comunica il risultato della sua pratica al partner che ascolta. Naturalmente lo si può fare anche da soli…
Emerge soprattutto la paura, perché la brama, in massima parte, è una reazione all’angoscia. Di base uno ha paura di morire, e allora durante la vita cerca di ‘diventare qualcuno’, e lo fa contro ogni logica accumulando averi, fisici e sottili (qualità personali); ma naturalmente tutto questo non gli eviterà la morte. Dovrebbe rivolgere la sua attenzione all’Essere, e insistere fino a scoprire che non è un io personale, ma è l’Essere universale imperituro.
Andando avanti con la pratica ‘Considera la vita come un sogno’ alla fine si incontra la propria stessa persona: “Ma questo Sergio… questo Sergio è un sogno! E io che ho passato la vita a guardare tutto dal suo punto di vista e agire di conseguenza”. Che sorpresa…