cosa vi serve per la realizzazione?

Ramana insegna che la realizzazione si ottiene solo a Mente Morta. Naturalmente finché si ha un corpo rimangono ancora piuttosto disponibili le funzioni computazionali e mnestiche della mente; ma se non intenzionalmente richiamata, la mente non invade più la coscienza. Lights out, luci spente, rimane solo il Brahman, cioè la Pura Coscienza senza mente; senza mente vuol dire senza mondo né senza corpo.

Nel discorso 430 qualcuno chiede a Ramana:
— Ho letto molto sulla Realizzazione del Sé. Pratico japa, puja, ecc., ma nulla sembra soddisfarmi. Può Sri Bhagavan guidarmi?
Ramana: — Che cosa cercate di ottenere? La felicità l’abbiamo già ogni notte nel sonno profondo. Realizzate quello stato di felicità anche durante la veglia. Questo è tutto.

Nel sonno profondo non v’è mente né mondo, resta solo il Brahman, il Sé. Robert Adams soleva dire: “Lo Jnani è sempre nel sonno profondo”. Intendeva che è sempre nel Brahman! La volta scorsa abbiamo chiarito che per essere nel Brahman non e necessaria la trance samadhica, possiamo quindi ora intendere appieno la sua affermazione.

Ora partiamo da un aspirante pronto alla realizzazione: è spesso nel Sé, ma la sua unione col Sé non è ancora ininterrotta. Ciò vuol dire che la sua mente non è ancora morta, come può farla morire?

DUE VIE

1) Se è un Bhakta, deve diventare egli stesso Amore o Devozione. L’Amore si rivolge al Brahman sotto forma di creato, manifestazione, universo; la devozione si rivolge al Brahman, alla Pura Coscienza senza forma. Oh Bhakta che aneli alla liberazione, sei diventato Amore-Devozione? Quando lo farai appieno cosa potrà mai rimanete della tua individualità? Niente, la mente è morta, la corda del secchio (l’ego) caduto nel pozzo (il Sé, il Cuore spirituale) è stata recisa e il secchio non potrà più tornare in superficie; il fiume dell’io-ego è entrato nell’oceano del Brahman e si è fuso con Esso.

2) Se è uno Jnani, deve rammentare che Papà Ramana insegna che la mente è solo pensiero. Tolto questo, non c’è alcuna entità che si possa individuare come mente. A questo punto il suo compito è chiaro. Entra in meditazione, ignora i pensieri e si concentra sulla Coscienza che rimane eterna e immutabile dietro i pensieri. Qui non si tratta di fare due orette di meditazione al giorno e poi andare a giocare a bigliardo. La meditazione deve diventare continua e proseguire anche al di fuori delle sessioni di meditazione formale, che pure consentono vette di maggiore profondità e limpidezza. Per farvi un esempio, Muktiji tornava dal lavoro alle 18 e si dedicava solo al Brahman. Poi gradualmente è stata in grado di mantenere questa presenza in Brahman anche durante il resto della giornata e nel sonno profondo. La Pura Coscienza transitava invariata attraverso i tre stati di veglia, sogno e sonno. “A volte non so se sono nel sogno o nello stato di veglia”, diceva.

RACCOMANDAZIONE

Che siate Bhakta o aspirante Jnani: Siete Umili, e Buoni e Gentili con gli altri. Mancanza di umiltà e arroganza verso il prossimo sono marcate espressioni dell’ego, che è ciò da cui state tentando di liberarvi.

LE DUE INDISPENSABILI ALI PER IL VOLO LIBERATORIO

Bhakti e Jnana non sono mai separati: sono le indispensabili ali per il volo liberatorio. Come può un Bhakta diventare Amore e Devozione senza conoscere il Sé? Quei nobili sentimenti non potranno non essere inquinati da attaccamenti personali. Anche gli attaccamenti che si sviluppano all’interno di satvoguna fanno decadere dal Puro Amore Divino; le scritture sono piene di tali esempi. E come può un aspirante jnani fondersi nella Pura Coscienza se non vi è pienamente innamorato? Tale innamoramento fa parte anche delle esperienze umane. Un appassionato di musica sta studiando il pianoforte. Torna a casa dal lavoro e la prima cosa che fa è correre a mettere le mani sulla tastiera per riprovare quel tale esercizio o passaggio. Il piano è in cima a tutti i suoi pensieri, è la sua indiscussa priorità.

Solo se il diventare voi stessi Amore e Devozione, oppure fondervi con l’oceano della Pura Coscienza è indiscutibilmente in cima alle vostre priorità, solo così otterrete la liberazione. “Questo è tutto”, direbbe Papà Ramana