Sri Ramana Maharshi, discorso 651
Il maggiore A. W. Chadwick stava copiando la traduzione inglese dell’opera tamil Kaivalya Navaneeta. Quando s’imbattè in alcuni termini tecnici ed ebbe difficoltà a comprenderli, chiese aiuto a Sri Bhagavan.
Sri Bhagavan disse: “Quelle parti trattano le teorie della creazione. Non sono importanti perché le Shruti non intendono esporre queste teorie. Vi fanno cenno di passaggio per soddisfare il ricercatore che è interessato a tali argomenti. La verità è che il mondo appare come un’ombra fugace in un mare di luce. La luce è necessaria per vedere anche quell’ombra. L’ombra non merita alcuna particolare attenzione, analisi o discussione. Il libro tratta del Sé e questo è il suo scopo. Le discussioni sulla creazione per il momento possono essere omesse”.
Più tardi Sri Bhagavan continuò: “Il Vedanta afferma che il cosmo scaturisce insieme al veggente. Non esiste un processo dettagliato sulla creazione. Questa è chiamata yugapat srishti (creazione istantanea). È abbastanza simile alle creazioni del sogno, in cui lo sperimentatore appare contemporaneamente agli oggetti dell’esperienza.
Quando si dice questo, alcuni non sono soddisfatti perché sono molto radicati nella conoscenza oggettiva; non comprendono come vi possa essere una creazione improvvisa e sostengono che un effetto dev’essere preceduto da una causa. In breve, desiderano una spiegazione per l’esistenza del mondo che vedono intorno a loro. Ecco perché le Shruti cercano di soddisfare la loro curiosità con quelle teorie sulla creazione. Questo metodo di trattare l’argomento della creazione è chiamato krama srishti (creazione graduale). Ma il vero ricercatore può accontentarsi di yugapat srishti, la creazione istantanea”.