Da piccola chiudevo gli occhi ed entravo dentro di me sprofondando così tanto da avere momenti di fusione col Sé, di cui allora non comprendevo il valore e il significato. I primi ricordi risalgono a 6-7 anni: estati al mare… sotto il sole di mezzogiorno, il caldo e la luce mi facevano cadere senza sforzo in stati di unione.
Le esperienze si sono intensificate con l’adolescenza: a volte bastava chiudere gli occhi per cadere in quegli stati unitivi e in essi scomparire.
Non avevo alcuna paura. Non ne parlai mai con nessuno e archiviai queste esperienze come ‘cose strane’. Solo più avanti negli anni, quando iniziai a meditare, ascoltando i compagni che raccontavano le loro esperienze di samadhi, mi resi conto che era ciò che io esperivo senza sforzo.