— Jai, caro Sergio. Ti confesso che sento una depressione parecchio forte addosso. Sento il peso del fallimento su molti fronti e una non accettazione dell’attuale situazione. L’idea della lotta per sopravvivere e.c etc… Mi disgusta… Sento la frustrazione di tanti sforzi che nella migliore delle situazioni hanno messo solo una piccola temporale pezza alla situazione… E così in un costante ciclo per anni… O forse vite da come percepisco ora…
— È un momento delicatissimo la depressione di questo tipo. L’essere umano, la persona, l’ego ha fallito. La conversione possibile è una soltanto: dimenticare ogni aspettativa e vivere nel flusso dell’abbandono al Divino. L’intelletto lo comprende, ma non è facile passar subito dalle branchie ai polmoni, dal respirare acqua al respirare aria. Molti tentativi e molte ricadute…
Però è la strada questa, non ci sono alternativa; bisogna continuare a tentare, anche perché l’invecchiamento ci darà un significativo aiuto in tal senso… Tutti gli sforzi che si fanno in tal senso sono un investimento. Quando il corpo comincia a decadere, quel gruzzolo di conversione messo da parte è l’unica reale risorsa su cui possiamo contare.
Comunque per riuscire bisogna prendere rifugio ai piedi di un Santo, uno che l’ha già fatto. Io ho preso rifugio ai piedi di Sri Ramana, il mio Sadguru.
Ti sono molto vicino, ho l’età e l’esperienza per comprenderti. Ti stimo e ti voglio un gran bene.