Il Principio-Io è come il sonno profondo consapevole. È assai diverso dall’io-agente a cui sei abituato. Come fare?…
Quando si comincia ad avere l’abilità di mantenere un flusso di attenzione sul Principio-Io che rimanga ininterrotta per almeno 20-30 minuti, come nel tuo caso, allora ci si deve abituare a contemplare il Principio-Io anche mentre si è in attività. Devi sdoppiarti! Una parte di te pensa, parla e agisce e un’altra contempla il Principio-Io. In questo modo ti abitui a rimanere sempre nel Principio-Io, mentre la tua forma è in attività e mentre sei in meditazione.
Poiché il Principio-Io è la tua vera natura e tu pratichi anche la meditazione formale in cui puoi immergerti in esso, gradualmente la parte di te che disbriga le faccende diverrà sempre più automatica, come quando guidi l’auto senza pensarci, mentre quella che contempla il Principio-Io diventa sempre più l’Unica Realtà, la tua Stabile Dimora, il tuo Vero IO.
Senza meditazione il ricordo vivido del Principio-Io sbiadirebbe, e tu non potresti contemplarlo mentre sei in attività. Diverrebbe il Testimone, che è una tecnica di gran lunga inferiore perché il Testimone non è il Sé; ne è il surrogato utile quando non si è ancora in grado di accedere al Sé. Quando hai l’esperienza diretta del Sé, noti forse che testimonia qualcosa? Cosa dovrebbe testimoniare?… È Soggetto unico senza oggetti. Si può dire che è autoconsapevole, ma non che sia il testimone.
La pratica dello sdoppiarsi è assai gradevole e liberatoria! In realtà lo facciamo già per sfuggire alla pressione del mondo fenomenico, rifugiandoci nel pensiero, nella fantasia, nella Tv ecc. Ma scappare in questo modo, dall’irrealtà all’irrealtà, ci rende ancora più schiavi di Maya, l’illusione. Se invece ci rifuggiamo nel Principio-Io, sentiremo immediatamente che è la strada giusta, perché Quello è ciò che veramente siamo ed è Quello a cui vogliamo ardentemente tornare!