Il sadhaka sulla via di Jnana è spesso arrogante (almeno in occidente, altrove non so) e non conosce o addirittura snobba la devozione al Guru e a Dio. Qualcuno mi ha addirittura scritto criticando il mio uso della parola Dio perché a sua dire sarebbe duale.
Senza abbandono al Guru e a Dio non si va da nessuna parte, l’ego rimane lì!
In tutte le varie biografie di Sri Ramana Maharshi risalta evidente che la devozione e l’abbandono al Divino di Bhagavan erano assoluti.
Dal Jnaneshwari, traduzione di M. R. Yardi:
“Sri Jnaneshwar dice che la vera conoscenza consiste nel conoscere Dio in modo non-duale e quella devozione dovrebbe culminare nella Advaita-Bhakti [Amore, Devozione Non-Duali]. Il devoto dovrebbe realizzare Dio come onnipresente, e ovunque poggi il suo sguardo dovrebbe vedere Dio in quella manifestazione. Sri Jnaneshwar era un Jnani-Bhakta di primissim’ordine, come descritto nel capitolo 7 (Conoscenza e Realizzazione), versi 16-17 della Bhagavad Gita: ‘O Arjuna, quattro tipi di uomini virtuosi Mi adorano, primo tra questi è il saggio, sempre fermo e costante nella sua devozione. Infatti Io sono estremamente caro al saggio, ed egli è estremamente caro a Me’.
[…] Sri Jnaneshwar afferma che ciascuno dovrebbe compiere yajna [offerte, preghiere, adorazione al Divino – non si cantavano forse bhajan nel Ramanashram?] e offrire le proprie azioni come fiori ai piedi di Dio.