raccolta di scritti e dialoghi, con il mio gruppo, sul nirvikalpa
1.
— Fai meditazione formale? Quanto tempo al giorno? Come la fai? Quali esperienze hai?
— La faccio la mattina presto. Se riesco faccio due sessioni di 45 minuti intervallate, altrimenti ne faccio una di un’ora.
Che esperienze ho? Sono nel Se ma non come di giorno; sono più libera dal corpo, alcune volte mi sento il vuoto.
Permane quasi sempre una sorta di mente che sono io ma non è quella deviante, è una mente che sa di essere.
Alcune volte ho come la sensazione di perdere i sensi, ho come un tremore una paura, poi mi riprendo.
— La mente quieta che ‘sa di essere’ è il Sé, se ho capito quello che vuoi dire.
La paura di perdere i sensi è la paura di perdere temporaneamente la consapevolezza del corpo e del mondo, la qual cosa è il nirvikalpa, in cui c’è solo la coscienza del Sé e null’altro. È come il sonno profondo senza sogni, solo che nel sonno c’è in genere il velo dell’ignoranza che fa sì che non ci si renda conto del Sé.
Nessuno ha paura di perdere consapevolezza del mondo andando a dormire, perciò non c’è ragione di aver paura di perdere consapevolezza del mondo nel nirvikalpa. La paura dipende dal fatto che c’è ancora un velo di sguardo dell’ego che vede che sta per perdere i sensi, ma quando sei nel nirvikalpa sei soltanto felice: è lo stato naturale. Jnanananda quando medita si siede, chiude gli occhi, un respiro ed è subito in nirvikalpa. Quando hai familiarità con questo stato, puoi entrare e uscire nel/dal nirvikalpa in un secondo. Swami Kripalvananda racconta che il suo Guru, il Signore Lakulisha, disbrigava quel che doveva fare nel mondo dell’illusione e poi si riassorbiva subito nel nirvikalpa.
Comunque, il fatto che hai paura di perdere i sensi significa che ti stai avvicinando al nirvikalpa: è una buona notizia!
Ora, Swami Annamalai dice che è importante raggiungere il sahaja samadhi e non il nirvikalpa che è uno stato di trance. È vero, ma per raggiungere il sahaja è necessario aver sciolto qualsiasi legame con la mente, e per sciogliere qualsiasi legame con la mente è necessario il nirvikalpa. Per questa ragione, negli Aforismi sullo Yoga, il Rishi Patanjali afferma che il nirvikalpa (che egli chiama nirbija samadhi) conduce alla liberazione. Il savikalpa, in cui si è consapevoli di essere il Sé e si è Uno con tutto, non basta per sciogliere i legami con la mente (manonasa).
Negli Aforismi sullo Yoga il savikalpa viene chiamato ‘sabija’ e il nirvikalpa ‘nirbija’. In sanscrito la parola ‘sa’ vuol dire ‘con’ e ‘bija’ vuol dire ‘seme’. Il seme a cui ci riferisce è la mente. Poiché nel savikalpa si percepiscono ancora gli oggetti dell’illusione, anche se non sono differenti da noi, c’è ancora il seme della mente. Di contro il prefisso ‘nir’ significa ‘senza’, perciò nirbija significa ‘senza seme’, ossia ‘senza mente’. Capisci l’importanza del nirvikalpa?
Molti nel mio stato dicono di essere illuminati, ma se non hanno sciolto i legami con la mente si reincarneranno, dunque, per quanto avanzati, sono ancora dei sadhaka. Mi comprendi?
Per essere un’aspirante che anela alla liberazione, un’ora e mezza di meditazione formale al giorno è troppo poco. Ma non voglio importi dei tempi d’autorità. Preferisco che sia la tossicodipendenza da Dio a dilatarli. Perciò ti dirò come prepararsi al nirvikalpa:
Durante la meditazione formale, se non sei già in samadhi, la focalizzazione della tua attenzione sul Sé dev’essere come un filo d’olio ininterrotto, allora entrerai in assorbimento (samadhi). All’inizio avrai dei savikalpa samadhi, poi, abbandonandoti naturalmente di più entrerai in nirvikalpa, e quando succederà ne parliamo 💓
2.
Shivananda — Mi succede anche che dopo pranzo mi sento come ritirare, come una voglia d’immobilità; così mi metto sul divano e sembra che dorma, ma in realtà sono sia addormentata che presente, non è il dormire notturno.
Soham — Infatti. Questi sono tutti segni che dicono che sei già pronta al nirvikalpa, e già da tempo. Devi solo abbandonarti e accettare di perdere i sensi.
Poi Soham scherza con Shivananda:
— Perdere i sensi? Questo è il primo passo:
— Questo è il secondo 😬:
3.
Quando entri nel sonno profondo porti con te qualcosa? I figli, il lavoro, la casa, il corpo? Non porti niente di niente! Nessuno degli aggregati che costituisce la persona. Porti solo il nudo Sé!
Lo stesso avviene nel nirvikalpa. Ma mentre nel sonno sei incosciente, e quindi rimanere il puro Sé non porta ad alcuna emancipazione spirituale, nel nirvikalpa, dopo aver familiarizzato con quello stato, sei consapevole del nudo Sé senza aggregato alcuno.
Quella sì che è emancipazione spirituale: ti stai allenando a morire in vita. E quando riesci stabilmente a mollare tutti gli aggregati, quella è la Liberazione, senza ritorno.
Nel savikalpa, dove sei uno con tutto, avviene una certa purificazione, ma non così assoluta, radicale come nel nirvikalpa.
Per l’ego è la morte, per questo manda segnali di paura. Lui sa che quando va a dormire si ritroverà tale e quale al risveglio. Ma per entrare nel nirvikalpa deve disidentificarsi coscientemente da tutto, non è la stessa cosa che fare una pennichella.
4.
Ricordate quando Sri Ramana dice: “La vera rinuncia è rinuncia al pensiero”? Ma come rinunciare al pensiero finché c’è un ego? Nel nirvikalpa non c’è pensiero. E se non c’è pensiero, cosa può mai rimanere dell’ego, del corpo e del mondo?… Rimane solo l’Assoluto, Dio.
5.
Un po’ più vicini alla morte, all’eterno riposo. Ancora un po’… Ecco, ora siete nel nirvikalpa. C’è solo il Sé!
* * *
Il nirvikalpa è bello, non è un angoscioso, terrifico suicidio. “Naufragar m’è dolce in questo mare” cantava Giacomo Leopardi per dar a intendere quando delizioso possa essere profondare nell’infinito. Quindi il problema non è il nirvikalpa in sé, ma abituare la mente al nirvikalpa.
Dunque vi sconsiglio di proporvi di sedere 40 giorni e 40 notti sotto l’Albero della Bodhi senza muovere un muscolo finché non abbiate ottenuto il nirvikalpa. Cogliete invece l’attimo in cui vi sentite ispirati ad assorbirvi nell’ ‘Infinito’. Non importa se non avete tempo, non importa se non raggiungete un nirvikalpa completo. Importa che vi concediate di lasciarvi andare a quel desiderio naturale di assorbirvi e basta. Questo renderà la vostra mente familiare col nirvikalpa, così com’è familiare con l’andare a dormire.
D’altra parte il nirvikalpa non è uno stato ‘tutto o niente’, come può essere l’essere duale o non-duale. Può avere una varietà di gradi, come vedere gli oggetti, anche quelli ben conosciuti, ma non capirne il significato e la funzione. Il sonno desto è una forma diminuita di nirvikalpa.
Un amico a cui ho parlato di nirvikalpa mi ha detto: “Ma io ho dei momenti in cui mi sento assorbire. A volte capitano mentre sono sul pullman, o in altre occasioni; solo non vi ho mai fatto caso”. Invece fateci caso e concedetevi di lasciarvi andare all’assorbimento. A meno che non siate alla guida in autostrada, come puntualmente capita a Jnanananda, che a quel punto deve fermarsi a un Autogrill. Ci mette un po’ di più ad arrivare, ma volete mettere essere illuminati?
6.
Perché si dice che il nirvikalpa può diventare una trappola? Diventa una trappola quando l’aspirante finisce per credere che la liberazione è il nirvikalpa, mentre invece il Sé È Tutto. Allora si lega a quell’esperienza, cerca di renderla perpetua, confligge con tutto ciò che non è nirvikalpa, e rimane bloccato in quell’incomprensione.
Ma allora a cosa serve il nirvikalpa? Swami Annamalai afferma che si può raggiungere il Sahaja anche senza aver avuto l’esperienza del nirvikalpa. Per alcuni anni ho seguito questo modo di vedere, ma poi ho visto che è vero per aspiranti molto dotati: con una forte bhakti, i chakra aperti dalla pianta dei piedi fino a sahasrara ecc. Allora ho capito che aveva ragione anche Patanjali. Nirvikalpa serve a rompere i legami con la mente! Ma bisogna capire che nirvikalpa non è il sahaja, non è Tutto. È il Sé immanifesto, che gerarchicamente è superiore agli altri suoi aspetti, ma anche gli altri aspetti sono il Sé, e quando si è nel sahaja non c’è gerarchia, non c’è sovraordinato e sottordinato. Quando l’aspirante che ha sciolto i legami con la mente capisce che Tutto è il Sé, si rilassa e si stabilisce nel sahaja samadhi, la Liberazione.
7.
Shivananda: — Amato, ieri pomeriggio ho avuto una sensazione di distacco da tutto quello che accadeva. A sera, quando sono andata a letto, mi sono sdraiata sul fianco sinistro, sono rimasta immobile, rapita, azzerata, non riuscivo a girarmi sull’altro fianco. Ho dormito sveglia, cioè con consapevolezza vedevo i pensieri. Li vedevo sorgere, sembravano tangibili, poi li vedevo sparire.
Anche oggi ho questa sensazione di distacco. Un po’ buffo, sono sonnambula di giorno e lucida di notte.
Con immensa gratitudine ❤🙏
Soham: — 🤣🤣🤣… Sì, è buffo! Nel mondo dello spirito spesso le cose vanno al rovescio di come sono nel mondo umano.
È magnifico❣️ Eri già pronta a questo passo da un bel po’. È bastato che ti parlassi del nirvikalpa e vi sei entrata. C’è ancora da approfondirlo. Le mie vive congratulazioni ✨💓
8.
Vijaya, la ricetta è semplice. Vuoi la Liberazione? Devi stabilirti nello stato del sonno profondo, non rimanendo inconscio, ma consapevole del Sé. Nel sonno profondo senza sogni non c’è mondo, non c’è corpo, non c’è mente e non c’è ego, c’è solo lo splendore del Sé, che è l’unica Realtà che esiste.
Ecco perché Robert Adams diceva: “Lo Jnani è sempre nel sonno profondo”.
Per stabilirti nel sonno profondo devi eliminare i pensieri. I pensieri sono come i fotogrammi della pellicola di un film (il mondo). Passando davanti alla Luce (il Sé) del proiettore fanno apparire un mondo illusorio, fenomenico e duale sullo schermo della pura Coscienza.
Ecco perché Sri Ramana dice che la vera rinuncia è la rinuncia ai pensieri.
Come eliminare i pensieri? Al tuo livello, avendo ascoltato e fatto tuo questo insegnamento, devi immergerti nel Sé con alla base l’intento di raggiungere lo stato del sonno profondo consapevole, che non è altro che il nirvikalpa samadhi. Quando dico ‘con alla base l’intento’, non voglio dire che devi agitarti per arrivare quello stato, voglio dire che sai dove vuoi giungere e procedi con calma e perseveranza. Rimanendo così nel Sé, oltre al Sé all’inizio noterai anche le barriere mentali che resistono al tuo stabilirti nel nirvikalpa. Perseverando questi ostacoli si dissolveranno gradualmente. Diventerai sempre più distaccato dal mondo fenomenico e di contro ti immergerai sempre più profondamente verso il nirvikalpa. Il primo grado di introversione del nirvikalpa che incontri è il sonno desto, anche chiamato mente attenuata e mezzo-samadhi. Nel sonno desto l’introversione ti rende come assopito verso il mondo fenomenico – che ancora non sparisce del tutto – ma molto desto verso il Sé. Per capire come si presenta ti rimando all’ultima parte del messaggio di Shivananda:
“Oggi sono ricolma d’amore, mi sembra d’essere una fontana da cui sgorga questo beatifico amore. Mi sento straripare.
Rientrata dal lavoro e parcheggiata la macchina non avevo più la forza di scendere. Ho spento il motore e sono rimasta lì per un po’. Non ce la facevo, per uscire dall’auto ho dovuto fare uno forzo”.
Ricorderai che Shivananda manifestava resistenze e paura verso il nirvikalpa, che non sapeva nemmeno cosa fosse. Quando le ho spiegato di cosa si trattava, ha subito deposto le barriere ed ha avviato un processo molto bello e profondo verso la totale immersione della mente nel Cuore spirituale (il Sé). Questa è la risposta tipica di un aspirante avanzato, che non appena ascolta l’insegnamento, comincia subito ad attuarlo.
Dopo un certo tempo che mantieni la mente immersa nel Cuore, il tuo attaccamento alla mente si dissolve completamente e irreversibilmente. Questo avvenimento è chiamato ‘manonasa’.
Dopo manonasa, il nirvikalpa (il sonno profondo consapevole) rime stabile nel Cuore come tua Vera Identità. Anche se sei in mezzo alla folla, parli con diverse persone, ridi, scherzi ecc., come faceva Ramana Maharshi, non decadi più dalla tua Vera Natura. Sei sempre Quello, anche se all’osservatore esterno può sembrare che tu vada attraverso il cambiamento di diversi stati d’essere. Invero tu sei l’immutabile sostrato di quegli stati. Questo viene chiamato sahaja samadhi.
9.
— Nello stato di veglia sono abbastanza stabile. Nel sogno continua ad apparire il mio capo. Ovviamente si comporta male ed io reagisco, ma la situazione non cambia; poi altre situazioni della mia vita.
Soham: — Questo significa che il ‘Mondo’ è ancora una realtà viva nella tua coscienza.
Il processo di Liberazione si sviluppa con un progressivo assorbimento nel Sé, cui parallelamente si affianca il progressivo oblio e la progressiva perdita di valore del mondo fenomenico. Questo è il vero Vairagya (distacco) che è generato dall’assorbimento nel Sé. Praticamente avviene un trasloco; dalla realtà del mondo fenomenico alla realtà del Sé, che culmina con lo STABILIRTI NEL SAMADHI!
Il versetto 5 del Capitolo 26 della Ribhu Gita dice: “Nessun segno di dualità. Sii felice, perché la paura nasce dalla dualità”. Il versetto successivo dice: “Né pensieri né fantasticazioni”, quindi il Silenzio, che è ‘no mind’, che è la suprema essenza ed eloquenza del Sé.
Finché Vairagya è insufficiente, si hanno sogni mentali come mi hai descritto: il samskara della droga, il rapporto col capo ecc. Sono anche un segno di reincarnazione. Poiché il bardo è tutto sogno, se questi contenuti dominano la tua coscienza nel sogno, la reincarnazione per ora è assicurata.
Che fare? Devi esaminare cosa mantiene il mondo fenomenico in vita nella tua mente e porvi rimedio.
Ti allego il bellissimo audio di Jnanananda, che in poco più di 7 minuti ricapitola tutto il percorso della sua Liberazione. Un grande insegnamento!
Le avevo inoltrato il messaggio sullo ‘stabilirsi nel sonno profondo consapevole’, e lei mi ha risposto con l’audio che ora ti inoltro.
Audio di Jnanananda:
10.
Parecchi anni fa, ad un certo punto della mia ricerca, iniziai ad entrare in stati che compresi molti anni dopo. Erano stati di trance in cui perdevo cognizione e funzionalità del corpo, ero perfettamente consapevole di ciò che accadeva ed osservavo mente e pensieri con distacco. Anche se allora nessuno seppe darmi indicazioni precise e nemmeno sapevo che quegli stati rispondessero al nome di nirvikalpa samadhi, vivevo tutto con molta serenità.
Poi iniziai ad avere e riconoscere le esperienze dirette [samadhi istantanei] e piano piano, come pezzi di un puzzle, le comprensioni iniziarono a prendere forma e forza. Con il tuo aiuto e la tua guida, le letture e gli audio libri, insomma la ‘Grazia’ cominciai ad esplorare questo stato e a divenirne più famigliare. Scoprii che potevo rimanere assorbita in una forma più tenue del nirvikalpa anche durante la veglia, continuando a fare più o meno le stesse attività. Quella forma più tenue si chiama jagrat sushupti, il sonno desto. Parallelamente lavoravo per mantenere la Consapevolezza nel passaggio dalla veglia al sonno, momento che amavo profondamente, e finii per realizzare la Consapevolezza senza interruzioni.
A un certo punto l’azione e lo sforzo si sono sciolti e adesso non devo nemmeno ricordare di essere in qualche stato: È CIÒ CHE È, e questo basta. I pensieri sorgono, a volte coinvolgono, ma c’è solo il Sé oltre ogni attributo. Da allora sono inondata da momenti così intensi di beatitudine in cui ‘ogni cosa è Amore e ogni azione diventa Preghiera’.
Prima il mondo nasconde l’Amore, poi il mondo scompare nell’Amore, ora anche il mondo è Amore.
Mukti
11.
Soham: — Come va?
Shivananda: — Amato, sto bene, sono serena, però riguardo al nirvikalpa non ho fatto progressi. Mi abbandono più che posso quando sono in meditazione o quando le condizioni me lo permettono, ma non scompaio mai veramente 🌺.
Soham: — Ti ho esortata a porre l’intenzione di fonderti nel nirvikalpa solamente perché avevi paura di perdere i sensi. Ora che questa barriera è stata superata, non sforzarti di raggiungerlo. Il nirvikalpa samadhi è un processo naturale, frutto del maggiore abbandono, ma lo sforzo di volerlo raggiungere contraddice questo abbandono. Ogni momento è Dio, tutto è il Sé: questo è Abbandono, questo è Bhakti (Amore)! Non pensare più al nirvikalpa, arriverà da solo quando sarà il momento 💓