disidentificarsi dalla propria persona definitivamente

— Sono rimasta colpita dai tuoi ultimi post. Ho realizzato che c’è ancora bisogno di sforzo. In alcuni momenti mi accorgo che se compio una serie di azioni a catena che richiedono rapidità, senza usare la calma, esco dal Sé.

— Papà Ramana raccomanda a chi non è ancora del tutto stabile nel Sé, di lavorare con calma, così da avere sufficiente attenzione per vigilare di non uscire dal Sé. Inoltre ha indicato che lo sforzo può essere necessario anche un istante prima di ottenere la realizzazione definitiva.

Quando si è in attività, è utilissimo mantenere la posizione del Testimone, sia per non uscire dal Sé, sia per disidentificarsi definitivamente dalla propria persona.

Come praticare il Testimone a questo livello?

Osserva sempre la tua persone quand’è in attività, anche quando pensa, e mantieni la posizione di Testimone. Il Testimone è il Sé, quindi è pace, quiete, distacco, equanimità, mentre la persona, essendo essa stessa una formazione mentale, ha alti è bassi. Dopo un certo tempo ti abituerai a stare nel Testimone ed esso si rivelerà essere lo stesso Sé. Questo è il miglior modo per distaccarsi dal proprio personaggio fatto di ego, corpo e mente.

Per quanto riguarda il mio post sulla rinuncia, è per aspiranti che hanno ancora difficoltà a contattare il Sé. Quando invece si ha, come te, facilità a rimanere nel Sé, LA RINUNCIA È STARE NEL SÉ, il più possibile senza interruzioni, o nel Testimone che ormai si vive come lo stesso Sé.

A chi non contatta ancora il Sé si dice di rinunciare al mondo, ma a chi è già in grado di risiedere nel Sé, anche se in maniera non del tutto continuativa, la rinuncia al mondo avviene alla radice, e cioè rinunciando a stare nell’ego, che è il seme da cui origina la mente, che a sua volta è la matrice del mondo. E come si rinuncia all’ego? STANDO NEL SÉ!

Comunque le tue sono le difficoltà normali di chi ha iniziato a stare nel kevala nirvikalpa samadhi, la realizzazione non ancora stabile. I tuoi sforzi ti porteranno a raggiungere il sahaja samadhi, la realizzazione definitiva e irreversibile.