Sri Ramana Maharshi, Discorso 268, II Parte
INTRODUZIONE DI SERGIO
In questa seconda parte Sri Ramana spiega come distinguere il falso io contaminato dall’associazione col corpo, i sensi e la personalità (una parte di identità e attributi mentali che riteniamo essere noi), dal Vero Io che è universale. Quando siamo identificati col falso io (l’ego), il Vero Io (il Sé) non ci è più visibile.
Sulla via diretta vi sono due grandi sfide. La prima è conoscere il vero Io, il Sé – la qual cosa è relativamente facile. La seconda è Essere stabilmente il Vero Io e non ricadere più nell’identità dell’io contaminato – cosa è notevolmente più difficile ai più.
L’insegnamento che viene qui presentato è utile per la prima sfida come per la seconda. Anche coloro che conoscono il Vero Io e sono abituati a dimorarvi durante la meditazione devono impegnarsi a disidentificarsi completamente dal falso io, al quale sono abituati da così tanto tempo a sentirsi associati.
Io comunque posso dare solo delle istruzioni. L’Abbandono al Divino, che è quello che determina la recessione dell’ego, non credo possa essere trasmesso in un post. Forse i temperamenti bhakta possono far meglio, ma non so quanto le loro descrizioni possono realmente ispirare un altro ad abbandonarsi totalmente al Divino. È qualcosa di profondamente intimo, che a mio avviso può essere solo trasmesso di cuore in cuore.
La Liberazione viene generata da due elementi. La chiara consapevolezza del Sé, che proviene da Jnana, e l’Abbandono al Divino o al Sé, che si sprigiona da Bhakti. Entrambi sono indispensabili.
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DISCORSO 268, II PARTE
M.: Esiste solo mukti e null’altro.
D.: Dal punto di vista di Bhagavan va tutto bene, ma che dire di noi?
M.: La differenza ‘lui’ e ‘io’ è un ostacolo a jnana.
D.: Ma non si può negare che Bhagavan si trovi su un piano elevato mentre noi siamo limitati. Bhagavan mi renderà uno con Lui?
M.: Eravate consapevole dei limiti durante il sonno?
D.: Non sono in grado di portare lo stato del mio sonno nello stato presente e parlarne.
M.: Non è necessario. Questi tre stati si alternano davanti al Sé immutabile. Potete ricordare il vostro stato di sonno. Quello è il vostro vero stato, non c’erano limiti allora. Le limitazioni sono emerse dopo l’ascesa del pensiero-io.
D.: Come raggiungere il Sé?
M.: Il Sé non deve essere raggiunto perché voi siete già il Sé.
D.: In me c’è un Sé immutabile e uno mutevole. Ci sono due sé.
M.: La mutevolezza non è altro che pensiero. Tutti i pensieri sorgono dopo il sorgere del pensiero-io. Guardate a chi sorgono i pensieri, allora li trascenderete ed essi si placheranno. Cioè, rintracciando la fonte del pensiero-io, realizzerete il perfetto Io-Io. ‘Io’ è il nome del Sé.
D.: Devo meditare su ‘Io sono Brahman’?
M.: L’affermazione non è intesa per farvi pensare ‘Io sono Brahman’ (Aham Brahmasmi). Aham (Io) è noto a tutti. Brahman dimora come Aham in tutti. Scoprite l’Io. L’Io è già Brahman, non è necessario pensarlo. Scoprite semplicemente l’Io.
D.: Non dicono le sacre scritture che bisogna sbarazzarsi di tutti gli involucri?
M.: Dopo il sorgere del pensiero-io avviene la falsa identificazione dell’io con il corpo, i sensi, la mente ecc. L’Io è erroneamente associato ad essi e il vero ‘Io’ è perso di vista. L’eliminazione degli involucri è menzionata per liberare il puro Io dall’io contaminato. Ma non significa esattamente scartare il non-sé, ma ‘ritrovare’ il vero Sé.
Il vero Sé è l’Infinito ‘Io-Io’, vale a dire l’Io allo astato perfetto [senza identificazioni aggiunte]. È eterno, non ha origine né fine. L’altro ‘io’ nasce e muore, è impermanente. Guardate a chi sorgono i pensieri mutevoli. Scoprirete che sorgono dopo il pensiero-io. Afferrate il pensiero-io ed essi spariranno. Risalite alla sorgente del pensiero-io e rimarrà solo il Sé.
D.: È difficile da seguire. Capisco la teoria, ma come fare in pratica?
M.: Gli altri metodi sono destinati a coloro che non possono intraprendere l’indagine del Sé. Anche per ripetere o pensare ‘Aham Brahmasmi’ è necessario un soggetto. Chi è questo soggetto? È l’Io. Siate questo Io! Questo è il metodo diretto. Tutti gli altri metodi condurranno alla fine al metodo diretto dell’indagine del Sé.
D.: Sono consapevole dell’io, ma i miei problemi non sono finiti.
M.: Il pensiero-io non è puro. È contaminato dall’associazione del corpo e dei sensi. Guardate di chi è il problema. È del pensiero-io. Aggrappatevi ad esso e tutti gli altri pensieri svaniranno.
D.: Sì, ma come farlo? Sta qui il problema.
M.: Non dovete far altro che pensare io, io, io… e concentrarvi su quest’unico pensiero escludendo tutti gli altri.