— A fine anni ’90 ho partecipato ad un Intensivo di Illuminazione… ad un anno dalla morte del mio compagno… dove ancora non avevo deciso se vivere o morire… vegetavo…
Non avevo mai letto libri di Maestri, nemmeno il computer c’era a casa, e dunque per anni mi sono tenuta questo segreto dentro senza che nessuno potesse spiegarmi cosa era successo. Non ho avuto l esperienza durante l’Intensivo, lì ho finalmente potuto urlare il mio dolore, così tanto da restare vuota.
Dopo varie visioni ed esperienze energetiche sono rimasta in uno stato d’amore così grande che, al rientro a casa, non ha fatto che aumentare. Non riuscivo a parlare più di tanto. Per quanto mia madre fosse disperata nel vedermi così, a me nulla toccava. Poi decido di andare in cimitero a raccontare a lui di tutto questo sublime languore che mi faceva male sul petto… ma le visioni continuavano anche lì, ormai ero formica… tomba.. ossa… fiori… profumi… cielo…
Non so quanto sono rimasta distesa cosi accanto a lui. Non sentivo nemmeno il sole cocente, e questa immensa onda d’Amore aumentava sempre più, come dovesse scoppiare. Qualcosa mi dice che stavo uscendo di testa e che era bene che rientrassi a casa. la strada era tanta e sentivo di non essere lucida per guidare, ma nessuna paura abitava più in me… Un ultimo pensiero con ancora un po’ di paura che mi teneva aggrappata a lui: “Così, in auto muori B. [il suo nome]”. Ma io ero pronta a Morire… Sì! Veramente… Così mi sono messa in auto e lì, tra una visione e l’altra, ho potuto vedere che il mio corpo non esisteva più… C’era solo l’auto, ma nessuno che guidava e cosi in un’estasi, che mai potrò descrivere, ho capito chi sono. Non c’era altro… B. non c’era più!
Il ritorno da questa esperienza, la più bella della mia vita, è stato indescrivibile…
Tutto ciò che mi circondava era cambiato… tutto era oro… vedevo salire la linfa dentro gli alberi… e solo Amore… amore immenso e straripante amore… Cosi ho vissuto due anni… lavorando, perché ero madre e non potevo allontanarmi dal mondo, con una efficienza che mai più ho avuto, comprendendo che la mente che conoscevo prima, non serve…
Ho vista la caduta. C’erano sempre elogi verso di me, ma io non ne capivo il perché. Ero una piccola formichina che profumava d’Eterno… Finché un giorno ho sentito qualcosa dentro di me che gioiva del fatto che parlassero della mia esperienza, poi un’altra volta ancora… fino a che un giorno ho percepito la sua discesa… di qualcosa diceva è ‘MIA’ questa esperienza… Da lì piano piano sempre più giù… Poi l’arrivo dei desideri. Poi l’ultimo pensiero, il più forte, che conteneva in sé la paura della morte, affiorò … E ora sono qui, né carne né pesce – non più Dio in cielo! – … stanca di parole vuote in attesa di morire ancora… per poi risorgere.
Ora scendono lacrime copiose… meravigliose lacrime… che profumano di beltà… Grazie per l’opportunità di poter parlare di questo con chi mi può comprendere, con chi è più avanti sullo stesso sentiero…
— Io, Marco Mineo e Roberta abbiamo avuto la tua stessa esperienza: la perdita di una persona molto cara, non sapendo come porre fine alla nostra misera vita, e pur dovendo continuare come zombi… ma tu sai già queste cose.
Sri Ramana parla del kevala samadhi. Nel kevala il secchio (l’ego) si immerge nel pozzo (il Sé) ma la corda non è recisa, così l’ego può tornare anche dopo anni di assenza – io ho conosciuto una persona a cui l’ego è tornato dopo 4 anni e mezzo. Nel sahaja, lo stato naturale, la corda è definitivamente recisa e non c’è più nessuna possibilità per l’ego di tornare.
Nel tuo caso, di un individuo spiritualmente elevato, il dolore estremo ti ha ucciso (non il corpo, ma l’ego) e tu sei rimasta in samadhi per 2 anni, ma la tua mente non era abbastanza purificata, e col tempo alcune vasana (spinte, desideri), che erano state solo temporaneamente annichilite ma non distrutte, si sono risvegliate e hanno riportato in vita l’ego. Non ho mai sentito una descrizione bella come la tua, di come l’ego gradualmente si reinsedia sul suo trono illusorio. Questo perché la maggior parte delle persone a cui torna l’ego non sono così sincere e oneste come te, spesso insegnano e hanno degli allievi, allora fingono di esser ancora nello stato naturale…
La tua onestà e purezza sono commuoventi. Con una pratica sistematica riavrai lo stato naturale e la definitiva morte dell’ego, NON HO DUBBI!
Adesso quando puoi ritirati un attimo nella quiete e rispondi a queste domande. Lavora in questo modo: rivolgi le domande alla mente, lascia che la mente ti dia una risposta e scrivila:
- Ritorna mentalmente al momento più profondo di quando eri nel samadhi e senti bene come ti sentivi.
- Che cosa avevi sganciato che ti ha consentito di realizzare quel samadhi? (puoi fare una lista se è più d’una cosa)
- he cosa hai riagganciato che ti ha fatto uscire dal samadhi?
Puoi condividere le risposte con me se ti fa piacere.
Sono anch’io commosso. Lo sono sempre quando incontro un’anima così nobile!
Giorni dopo
B. — Caro Sergio, oggi finalmente ho fatto i compiti per casa e ho risposto alle due domande che mi avevi rivolto. Non vede l’ora di dirti cosa ho trovato nella soffitta sapendo di essere FINALMENTE totalmente compresa, accolta, guidata. Era Tanto che attendevo questo!!!!!!!
Alla prima domanda è stato semplice risponderti: c’è tanta chiarezza lì, ma sulla seconda sono entrata in difficoltà.
1. Che cosa avevi sganciato che ti ha consentito di realizzare quel samadhi?
Posso rispondere con certezza: i pensieri! Prima dei pensieri i desideri; poi le paure.
Avevo sganciato tutto il via vai dei pensieri… non c’erano più… Osservavo le cose alle quali davo i significati, ma non arrivavano i pensieri.
Pensa che alla morte della mamma, quasi quattro anni più tardi, dopo avere lasciato la salma sono salita in auto e si è ripetuta la cosa. Finalmente da sola potevo urlare il mio dolore. Ho fatto più di 20 km. col pilota automatico – nel senso che io non so chi ha guidato – certa che mi portava a casa… cosi B. [il suo nome] poteva piangere.
Scusa se non mi so spiegare, ma a me chiaro.
Sergio — Ti spieghi benissimo. È così che avviene, la macchina mente-corpo va da sola con la sia intelligenza e il know how acquisito… il pilota automatico.
B. — Con l’altra domanda:
2. Che cosa hai riagganciato che ti ha fatto uscire dal samadhi?
sono un po’ in difficoltà. Andando a ritroso ora sono un po’ confusa… Escono più cose che poi cadono da sole. Credo la paura, Sergio. Alla morte del padre, mio figlio mi ha fatto passare tanti brutti momenti, di dolore devastante. Arrivando spesso tardi, ubriaco… auto rotte… mi fermo qui.
Ecco Sergio, la paura della morte, che anche lui potesse morire… il ‘Dolore’, Sergio, il tanto dolore. Quello che era servito a farmi uscire, mi ha poi riportata nella mente e nell’ego.
Sergio — Chiarissimo! La paura che tuo figlio potesse morire ti ha di nuovo chiusa ed è ritornato l’ego.
Ora abbiamo individuato cosa ti ha fatto uscire. Quello che adesso dovresti fare è mettere questa paura che tuo figlio possa morire sotto osservazione. Osserva senza giudizio e senza tentare di fare qualcosa, di agire affinché cambi qualcosa. Deve auto-liberarsi, da sola; tu solo osserva nella maniera più neutrale che ti è possibile di volta in volta.
Può volerci del tempo, perché stai andando alla radice di ‘vita e morte’, non è un’identificazione superficiale, è l’identificazione basale!… Ma quando sei riuscita a dissolvere quella paura nella consapevolezza, anzi in Sat-Chit-Ananda (Essere-Consapevolezza-Beatitudine), dovresti rientrare in samadhi.
Ti voglio bene!