— Venerdì scorso ho rifatto le radiografie. Le costole fratturate non erano solo due (sesta e undicesima) ma tre, anche la settima. Dolore lancinante ad ogni movimento. Non ti dico cosa succede se faccio un colpetto di tosse. Sino a ieri sono stata un misto tra incazzata e disperata… Poi ho cercato di farmene una ragione, sto molto ferma e cerco di arrivarne infondo.
— Immagino l’arrabbiatura e la disperazione. Se mi permetti non identificarti. È un movimento di Shakti. Stacci totalmente dentro, non negarlo, e contemporaneamente lo abbandoni a Dio. Puoi entrare nello stato unitivo anche attraverso incazzatura e disperazione. Il problema è quando dici “No! Non dovrei avere questo”. Allora ti spacchi in due: te come persona contro te come situazione. Se invece ti immergi completamente dentro la situazione, per quanto negativa e dolorosa possa essere, e contemporaneamente l’abbandoni a Dio, cioè non la possiedi, allora entri in samadhi. Sono convinto che è stato il caso di Gesù sulla croce. Il corpo manifestava l’agonia, ma lui era nel samadhi. Non sto dicendo che sia facile, ma non c’è altra soluzione. Tu sai bene queste cose.
— Infatti è proprio così ed è quello che provo a fare… Per tre giorni mi ero persa nella rabbia, nel dolore, nella paura. Stanotte col cambio del tempo i dolori sono diventati più forti. Ho pregato Dio con tutto il cuore e oggi va meglio. Essere Uno in Dio è sempre l’unica salvezza.