finisce l’epoca della ricerca e inizia l’infinita beatitudine dell’abbandono al Sé

Caro Maestro,

ho volutamente aspettato qualche giorno per scrivere queste righe sul ritiro appena concluso; volevo che si sedimentassero le prime impressioni per lasciare il posto ad una più oggettiva descrizione.

Un ritiro, questo, che più di altri è stato caratterizzato dalla presenza del Sé.

Attraverso la forma del maestro, dei partecipanti, delle assistenti, del luogo, il Sé ha dato la luce e creato una santa via di realizzazione: la gnosi dell’amore.

Questo, caro maestro, avviene quando un uomo, un ricercatore, e poi maestro, si lascia ed abbandona come hai fatto tu nelle fauci trasformatrici del fuoco dell’amore.

Ringrazio la tua attenzione ed il tuo amore per aver sapientemente guidato me e gli altri partecipanti attraverso giorni di riconoscimento del Sé. Ti ringrazio, perché hai saputo tirarmi fuori dall’inganno della mente e grazie a questo riconoscimento riposo ora nella amata e sospirata ‘Casa’. Finisce l’epoca della ricerca ed inizia l’infinita beatitudine dell’abbandono al Sé.

Ecco, se questo può essere di aiuto ad altri, consiglio di essere molto attenti alle lusinghe della mente e di affidarsi sempre ad una guida sicura che sappia smascherare in tempo credenze e barriere create dall’ego per arrestare il progresso spirituale. La mia mente, per tanti troppi anni, riusciva abilmente a mascherare la luce del Sé con false convinzioni, tra cui quella più importante è stata la convinzione di non aver bisogno di un maestro!!! Quanto è stato difficile fidarmi ed affidarmi alla vita, quanta sofferenza è stata necessaria per arrivare a riconoscere che due è meglio e, sempre Uno.

Sono onorato di aver assistito alla realizzazione di un santo maestro.

Grazie Sergio, con amore ed umiltà.
D.

Sergio: — Quanta sincerità e devozione nelle tue parole. Tutto il tuo amore ha potuto finalmente emergere una volta riconosciutoti come ‘the Seer’, cioè l’Osservatore, Veggente, in sanscrito: Sakshi.

È l’ego che intraprende la ricerca spirituale. Il dolore lo matura e a un certo punto capisce che cercare soddisfazione nel mondo lo destinerà a continuare a fallire. Allora si rivolge alla via spirituale per sfuggire alla sofferenza. Ma attraverso i suoi sforzi può arrivare solo fino alla soglia del vero Sé; non può distruggere se stesso perché il suo DNA è costituito dal comando ‘sopravvivi’. È qui che interviene la Grazia!

Il maestro è il Sé, e il maestro esterno compare quando l’aspirante è pronto.

La frase che hai detto è bellissima, non ho mai sentito esprimere questo passaggio in maniera più bella: “Finisce l’epoca della ricerca ed inizia l’infinita beatitudine dell’abbandono al Sé”. Questo esprime come Dio è in te, ed è dunque anche una profezia. Non censurare tale divina ricchezza; datti solo tempo per comprendere come esprimerla adeguatamente, altrimenti l’energia rischia di debordare e rimarrai deluso/ferito… ❤