— Grazie Sergio del nuovo bellissimo post “il madornale errore…”, da cui si evince l’importanza della comprensione.
— È forse il più bello che abbia postato, ed è grazie al supremo eccelso Sri Atmananda. Ma il titolo non è esatto – l’ho scritto di getto stamattina presto… Il titolo avrebbe dovuto essere “Il madornale errore di credere che la liberazione si ottenga aggrappandosi a uno stato trascendente”.
Infatti il realizzato alterna due stati: il savikalpa e il nirvikalpa, quindi è in uno stato trascendente! Tuttavia se il sadhaka identifica il nirvikalpa (lo stato più elevato) con la liberazione e si aggrappa a quello, sperimenterà il continuo fallimento, per quanti sforzi compia, perché in quanto stato anche il nirvikalpa non è permanente.
L’unica cosa permanente è Egli stesso, o meglio: il Principio-Io, che c’è sempre, dietro ogni stato impermanente, oltre il tempo lo spazio e la forma. Perciò il sadhaka deve aggrapparsi a quell’Unica Realtà e andare attraverso i tre passi che ho detto: capire bene ‘Chi’ è veramente, discreare la mente e il mondo col Testimone, riadattare o rieducare completamente la mente per rimanere sempre nel Principio-Io, la qual cosa è il sahaja.
Ora che abbiamo chiarito tutto questo, a conferma vorrei citare una delle più splendide frasi di Sri Ramana, troppo semplice per essere compresa da una mente arrovellata: “L’autoindagine è la tua vera natura. Quando stare nell’io è fatto con sforzo a causa della distrazione di altri pensieri, si chiama autoindagine; quando è senza sforzo e ininterrotto si chiama realizzazione”. Troppo grande!!!