Stanotte ho fatto un sogno. Ero insieme agli allievi. Facevo un rituale. Disegnavo a terra un quadrato di un 40 cm per lato. Mi mettevo al suo interno, mi svestivo completamente e poi uscivo dal quadrato. Questo doveva simboleggiare l’abbandono dell’identità col corpo fisico. Ero in uno stato di grande abbandono al Divino. Mi apparivano alberi e scene di natura molto belle, che mi sfilavano davanti come quando si è in treno. Le immagini scivolavano lente e molto pregnanti e mi sentivo in contatto con Gesù, in uno stato di abbandono e servizio. Poi insegnavo che tutto questo era in pratica realizzabile attraverso il ritornare al Sé, così come ha scritto Mukti. In quelle poche righe vi è l’essenza di tutto l’insegnamento.
C’era un aspetto del Sé che appariva nel sogno. In questo stare nel Sé vi è la purezza di tutti i Maestri che hanno insegnato agli esseri senzienti. Il più delle volte non è possibile trasmettere col solo Silenzio, ma questo stare nel Sé è già esso stesso Silenzio, perché non vi è nessun individuo personale che dà insegnamenti; la mente è un mezzo, non è il soggetto della trasmissione.