Dal 6° chakra in su – il 6° chakra viene localizzato dove si trova la pineale, la sua proiezione frontale, ajna kshetram, è il 3° occhio – c’è la vita divina, lo stato di unione con tutte le cose. Ma è ancora uno stato; per quanto sattvico sia, non è la realizzazione di ‘Chi’ sperimenta quello stato divino. Quest’ultima avviene quando l’attenzione o kundalini (secondo se volete percepirla come coscienza o energia) scende nel Cuore spirituale.
Vi è una differenza nelle descrizione dello stato unitivo in queste due categorie. Non è che dicano cose diverse, è una sfumatura, ma abbastanza evidente. Per la prima categoria i vari soggetti che popolano la creazione suscitano ancora un qualche interesse, come se esistessero in quanto tali, e poi si riconosce che non sono separati, che è tutto fatto della medesima natura e ci si fonde con loro. Per la seconda categoria esiste solo il Cuore e la creazione si svuota, perde di significato, scompare. Queste valutazioni comunque non devono essere motivo per svalutare le esperienze spirituali altrui, altrimenti ricreiamo la dualità: noi nel giusto da una parte, e gli altri nel torto dall’altra…
Il Cuore spirituale, sul piano fisico relativo, potete percepirlo specularmente a destra del cuore fisico. Ma questo ha poca importanza. Alcuni, abituati a fare concentrazione sui chakra, praticano portando la loro concentrazione là, ma ciò non conduce a nulla.
Il vero Cuore spirituale è: Io nell’Io, Essere nell’Essere, Coscienza nella Coscienza…
Allora realizzate di essere il sostrato da cui tutto nasce e a cui tutto ritorna. Siete di nuovo nello stato non-duale, ma non perché siete in unione con tutte le cose, ma perché siete in unione con Voi stessi, col Sé. E anche quando considerate un’apparenza, la vedete come un riflesso del vostro stesso Essere.
È in questo Cuore spirituale che tutti gli affanni si concludono. Nessuna domanda, nessuna risposta… È lì che doveste stare il più a lungo possibile.
Quanto?
Sempre!