— In questi giorni appena ho avuto un attimo libero, ho sempre sentito il desiderio di introvertirmi… proprio come dicevi nel post ‘Il Sattva-Beatitudine’.
— Questa è una svolta. La spinta spontanea a introvertirsi è una svolta cruciale. Come ti dicevo al Ritiro, a quel punto non hai più bisogna di mind clearing, di purificazione mentale. Il SENSO DI TE finisce per assorbire e totalizzare tutto. Hai commesso un errore? Non riguarda te come persona, rientra in quel SENSO DI TE che è tutto. Qualcuno ti ha ferito? Sia quel qualcuno che cosa ha fatto rientra nel SENSO DI TE. Il SENSO DI TE assorbe ogni movimento, rimanendo in sé perfetto: nessun cambiamento, nessun bisogno, illimitata beatitudine, illimitata gratitudine, illimitata benevolenza, illimitato stupore. Si apre una devozione tra te e il SENSO DI TE che porta a compimento. Ci sei sempre di meno come ego-persona e sempre di più come SENSO DI TE. Sei tra le braccia della Grazia!
È interessante il diverso modo di considerare sattva. Sri Ramana dice: “Sattva è il Sé”, mentre, nella Bhagavad Gita, Krishna invita Arjuna ad abbandonare anche sattvoguna.
— Perché? Pensavo che sattva fosse anche sinonimo di ‘equilibrio’ e quindi di non-attaccamento.
Sì, anche, nell’accezione di Ramana lo è. Ciò che dicono Ramana e Krishna non è in contraddizione. Krishna si riferisce al sattva che si presenta quando è ancora presente l’ego, e quindi mette in guardia dall’attaccamento alla buona salute, la brillantezza mentale, il successo… Ramana si riferisce alla purezza (sattva) che ha già trasceso l’ego. Di quale attaccamento si dunque dovrebbe temere…