Allieva: — Il maggior disagio lo avverto nelle azioni quotidiane meccaniche, tipo i lavori di casa, e tutto ciò che ha a che fare con l’ordinaria amministrazione. Quando sono dentro il lavoro creativo invece sparisco, non c’è identificazione, c’è uno stato di beatitudine.
Marco: — Poiché sei una cosa sola col lavoro creativo non c’è identificazione, ti fondi in esso. Nella non-separazione emerge la pace o beatitudine.
A: — Ora, durante le attività più meccaniche, per la mente è più facile entrare nei suoi loop, allo stesso tempo però, è difficile concentrarsi nella meditazione attiva. Cerco qualcosa per fermare quel caos, ma non lo trovo.
M: — Non provare a fermare il caos, vuoi passare il tempo a stirare le onde del mare? Sei sempre tu, non c’è altro da te.
A: — Ricordarmi di essere oltre il caos non mi aiuta perché rimane una istruzione che coinvolge troppo l’intelletto.
In poche parole, in quei momenti, non posso chiudere gli occhi e andare dentro, e sentire più profondamente, e allora cosa è possibile fare per non sprofondare nel mondo oggettivo?
M: — Questi tentativi di fermare il caos, cercare di essere oltre, nascondono una fuga.
Nota cosa non accetti, a cosa stai resistendo. La non accettazione blocca l’attenzione.
Come fare per non sprofondare nel mondo oggettivo? Quale mondo oggettivo?!
Sprofonda a più non posso!
Diventa uno con ciò in cui non vuoi sprofondare! Appena ci sei dentro completamente… puff! Succede come quando sei nel lavoro creativo.
Lascia perdere l’intelletto, il “sentire più profondamente”, sono solo concetti.
Non separarti dal momento presente, non fuggirlo… non ci riuscirai comunque.
Il vero distacco lo trovi quando abbandoni la separazione.
Non preoccuparti se per la mente non ha senso… perché parlo al tuo cuore!