Conoscete la parabola del leone-pecora? Ve la riassumo.
Un cucciolo di leone viene allevato da un branco di pecora. Lui cresce sentendosi una pecora e si comporta come una pecora. Un giorno però un altro leone appare al branco. Tutte le pecore scappano incluso il leone pecora. L’altro leone blocca il leone-pecora e gli chiede perché scappi visto che è un leone. Vedendo che il leone-pecora cerca di belare terrorizzato, comprende la situazione e lo trascina ad uno stagno costringendolo a specchiarsi nell’acqua. La parabola si conclude col leone-pecora che, una volta vista la sua vera natura, rientra nell’identità del leone e dall’ora in poi vive come tale.
Nella realtà non succede così. L’aspirante ha molte esperienze dirette della propri vera natura al termine delle quali rientra nell’identità della persona. Anzi, l’ego prende quelle esperienze come una sniffata di libertà, e si tuffa ancora con più slancio e baldanzoso nei giochi della persona. Solo il prolungato e persistente dimorare nel ‘Testimoniare’ neutro gli consentirà di trasferire la sua identità dalla persona al ‘Testimoniare’ neutro stesso, che è un altro modo di indicare il Sé; allora l’ego non compare più, ma perché questo risultato sia stabile è necessario un certo periodo di tempo, la cui durata dipende dalle qualità dell’aspirante e da quanto tempo dedichi alla pratica.
Il ‘Testimoniare’ si sviluppa attraverso le seguenti fasi:
1. È un testimone coinvolto molto vicino all’ego personale. L’unico vantaggio è che si costringe l’attenzione ad osservare i movimenti della mente anziché reagire in automatico come un meccanismo stimolo-risposta.
2. Il ‘Testimoniare’ diventa neutro ed è evidente all’aspirante che si tratta della pura Coscienza che non ha niente a che vedere con l’ego personale. L’aspirante comincia a trovare lì un’area di quiete imperturbabile cui può accedere istantaneamente o quasi.
3. Il ‘Testimoniare’ si stufa di osservare oggetti inesistenti e si immerge in se stesso, allora c’è il samadhi. Questa è la fase in cui matura il trasferimenti di identità; ma ci va un certo tempo, perché l’abitudine a rituffarsi nella vita come ego deve spegnarsi.
Quando l’identità si trasferisce nel ‘Testimoniare’ neutro, questo gradualmente presenzia anche gli stati di sogno e di sonno profondo. La propria persona e il proprio corpo fisico sono solo un altro oggetto del film; tale mancanza di attaccamento conferisce la facoltà di testimoniare la morte del proprio corpo e giungere a non essere più coinvolti dal dolore fisico. All’esterno però il corpo potrebbe – ma non necessariamente – anche mostrare segni di agonia, che tuttavia non coinvolgono il realizzato.