Yoga Vasistha, Libro 3, Capitolo 10
22 Come il regno dell’intelletto è molto più chiaro e luminoso dei regni dell’aria e dello spazio vuoto, così nella Mente Divina il senso e l’idea del mondo sono più chiari e luminosi di quanto a noi appaia questo mondo visibile.
23 Come il piccante viene percepito da chi già lo gusta e non da chi non l’ha mai assaggiato, così le sottigliezze dell’Intelletto sono colte da un’intelligenza colta, e non da chi ne è privo.
24 Perciò l’Intelletto non appare tale a chi è privo di intelligenza. Allo stesso modo questo mondo viene percepito all’interno dello spirito di Dio, o in modo diverso a secondo che il percipiente abbia coltivato o trascurato la propria conoscenza spirituale. 25 La forma esteriore del mondo può essere dunque vista diverso da Brahma, oppure vista in una luce spirituale come lo stesso Brahma. Lo yogi lo vede nel suo quarto stato (Turiya) di totale annichilimento della mente (sushupti, sonno profondo), nella sua anima inconsapevole [del mondo relativo]. 26 Perciò, pur conducendo una vita nel mondo, egli rimane in uno stato di sonno profondo nella sua anima e quieto nella mente. Vive come Brahma, sconosciuto e inosservato dagli altri; e sebbene conosca tutto e sia pieno di pensiero potenziale, è come un tesoro di Conoscenza sconosciuto al resto dell’umanità.
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Soham: Ciascuno vede il mondo secondo ciò che ha dentro. Un ladro vedrà che tutti sono ladri, un illuminato vi vedrà solo Dio.