Il Principio-Io non è l’io personale, è Dio, la pura Consapevolezza, il puro Essere, cioè quello che veramente siete.
Essere il Principio-Io significa demolire la Matrix, l’illusione del mondo fenomenico in quanto tale. Vi sembra una cosa facile? Quelli che non praticano non si rendono nemmeno conto delle sfide che ci sono da affrontare.
C’è poi la fase di persone sensibili spiritualmente che si specializzano nell’avere esperienze dirette. L’esperienza diretta è la migliore introduzione al Divino, ti fa dare una sbirciatina a cosa sei veramente, ma è come uno che vive a Milano che va a farsi un weekend al mare. Farsi un weekend al mare e ‘diventare il mare’ sono due cose assai diverse. Nel secondo caso è necessaria una irremovibile decisione di ottenere la librazione e tanta tanta dedizione.
Dedizione è il nome più giusto per indicare la disciplina necessaria. I libri spirituali parlano di esperienze esaltanti, ma dicono pochissimo dei giorni che continui a praticare senza che accada niente, delle varie barriere, dei momenti di scoraggiamento e delle tentazioni del mondo fenomenico che ti richiama. Per continuare malgrado le difficoltà è necessaria tanta ‘dedizione’. Il termine disciplina esprima arida volontà, ha un che di militaresco che può diventare persino esaltazione dell’ego. La dedizione ha in sé l’amore e l’umiltà.
Michael Langford dice: ho passato 23 anni senza riuscire a capire cosa fosse l’Io Sono ( malgrado avesse consultato vari maestri di Advaita). Poi improvvisamente ha l’intuizione che è pura Coscienza e ha un’esperienza diretta profonda. Dopo un anno l’ego scompare, e dopo un altro anno ottiene la liberazione irreversibile, senza ritorno. Provate a immaginare cosa abbia passato in quei 23 anni…