Soham: — Il motivo per cui si decade dal ‘sonno profondo consapevole continuo’ è perché l’attenzione ritorna sulla vita, non in quanto Sé ma in quanto io limitato. Questo avviene per due motivi: o perché qualcosa nella vita ci piace e vogliamo realizzare quel gioco, o perché qualcosa nella vita ci preoccupa. In un aspirante maturo il secondo caso è senz’atro il più frequente.
Conclusione: impara a non lasciare che le cose della vita ti preoccupino.
Shivananda: — Amato Soham, mi trovo completamente d’accordo con te. Prestando attenzione ho capito che mi faccio coinvolgere da qualcosa che mi piace oppure ho paura ed entrò in uno stato difensivo. Entrambe le cose mi portano ad uscire dal sonno sveglio. Penso che questo sia legato allo sciogliere il nodo con l’ego.
È mia opinione che quando il nodo dell’ego è sciolto questo non accada più. È così secondo la tua esperienza? Sciolto il nodo con l’ego si rimane nel sonno desto?
Con immensa gratitudine ❤️🙏
Soham: — Il nirvikalpa puro, che tu conosci, è uno stato di trance; tu stai nel puro Sé ma sei completamente sganciata da mondo e corpo. Perciò nel nirvikalpa non c’è nessun contatto con le vasana. Per questo Sri Ramana dice che dopo il nirvikalpa la mente potrebbe tornare esattamente com’era prima. Riporta addirittura l’esempio di qualcuno che era rimasto in nirvikalpa degli anni (non ricordo quanti) e che quando si è riavuto ha trovato ad attenderlo lo stesso pensiero che aveva lasciato prima di entrare nel nirvikalpa.
Il sonno profondo (o nirvikalpa) dello Jnani è diverso: non è uno stato di trance. È la consapevolezza di essere lo stato del sonno profondo e questa coscienza diventa la Vera Identità dello Jnani. Non dice forse Robert Adams: “Lo Jnani è sempre nel sonno profondo”? A questa Vera Identità ci si abbandona completamente, ma non si diviene inconsapevole del corpo e del mondo, che vengono comunque riconosciuti come illusori. Quando si è in attività, si è di solito consapevoli di corpo e mondo, tuttalpiù l’assorbimento nel Sé e l’indifferenza per il mondo fanno apparire lo Jnani come fosse un po’ assonnato; questo è lo stato detto ‘sonno desto’. Gli stati di trance samadhica – che si tratti di savikalpa o di nirvikalpa – avvengono quando vi sono le possibilità di accoglierli; altrimenti, se lo Jnani sente di stare cadendo nella trance samadhica mentre guida, se ne tirerà fuori con forza e si fermerà al prossimo Autogrill – chiedete a Jnanananda…
L’ego non esiste. Ciò che fa apparite che esista sono le vasana (spinte mentali). L’essere il sonno profondo e al contempo avere a che fare col mondo e il corpo fa emergere tutte le vasana, che avranno così modo di consumarsi nell’attrito tra il volere rimanere nella Pace e nella beatitudine di Ciò che veramente si è e le spinte mentali che tentano di attrarre l’aspirante in identità mentali limitate. Facciamo un esempio. Litighi sul lavoro, esci dal sonno profondo consapevole (il Sé) ed entri nell’identità di capufficio. Quando rientri nel Sé riesaminerai cosa ti ha fatto uscire, e la prossima volta quella vasana ti saboterà di meno, e così via fino a che svanisca del tutto.
È così che il nodo con l’ego viene reciso. Non è dissimile da tante altre cose. Uno vuole imparare a suonare il piano. All’inizio fa molti errori, ma se si impegna, provando e riprovando, se non ha impedimenti karmici specifici, alla fine riuscirà a suonar bene.
Shivananda: — Quindi corretto dedurre che nel nirvikalpa non c’è progresso spirituale.
Soham: — La realizzazione può avvenire solo consapevolmente. Illuminazione vuol dire “Conoscenza”, la conoscenza che esiste solo il Sé e che il mondo della molteplicità è un’illusione. Lo stato del sonno profondo consapevole è la pura esperienza del Sé, senza mondo né corpo (sonno profondo e nirvikalpa sono la medesima cosa). Questa suprema conoscenza è chiamata Turiya.
L’unico sonno profondo che non produce progresso spirituale è quello delle persone comuni. Queste, poiché sono abituate a credere che la Realtà sia il mondo della molteplicità, quando raggiungono le onde delta del sonno profondo vanno in incoscienza. Sono stati fatti esperimenti collegando dormienti all’elettroencefalogramma. Quando questi raggiungevano il sonno senza sogni, li svegliavano e chiedevano loro: “Cosa stavi sperimentando?”. La risposta era: “Un buco nero!”. Perché ‘buco nero’? Perché non c’erano oggetti. Questo sonno profondo incosciente viene chiamato Corpo Causale. Perché ‘causale’? Perché in quella ‘nientezza’ si nascondono vasana latenti che daranno luogo a future incarnazioni.
Attraverso la pratica spirituale o per Grazia di Dio, l’aspirante giunge a conoscere il Sé sempre più profondamente. In principio come unità di tutte le cose (savikalpa), poi anche come al di là delle cose (nirvikalpa). Nel nirvikalpa egli sperimenta il puro Sé; quando inizia a ricordare il nirvikalpa, tale ricordo della Realtà Suprema cambia gradualmente la sua vita. Perciò in questo stadio il nirvikalpa è sì evolutivo.
È ancora più evolutivo quando diventa l’identità stessa dello Jnani, senza che sia necessariamente richiesta la non percezione del corpo e del mondo.