Shivananda: — Non so rispondere all’interessante riflessione che poni sul tuo ultimo post ‘Upadesa Manjari’. Secondo la mia esperienza tutto il processo spirituale sembra avvenire in modo naturale in seno allo stesso Sé. Quando Siddharameshwar dice: “Lo jnani che si è fermato alla conoscenza del Sé è sottosviluppato”, sembra riferirsi ad una conoscenza puramente intellettuale, se è così in effetti è difficile immaginare cosa intenda per Turiya.
Soham: — Il Turiya cui si riferisce Siddharameshwar è quello menzionato nel loro sistema di insegnamento, che è il seguente:
1. L’allievo va dal maestro. Conosce già il piano fisico e vi è identificato. Allora il maestro gli dice che c’è un corpo ancora più grande di quello fisico che è il corpo astrale (la mente), glielo presenta e lascia che l’allievo si identifichi col corpo astrale. Come avviene questa identificazione? Credo sul piano filosofico: l’allievo ci riflette e si convince di essere il piano sottile (sinonimo di astrale).
2. Quando l’allievo si è identificato col corpo astrale, il maestro gli dice: “C’è un corpo ancora più grande, è il corpo causale che si presenta come Nulla”, e lascia che l’allievo si identifichi col Nulla.
3. Quando l’allievo si è identificato col Nulla, il maestro gli dice: “C’è un corpo ancora più grande, è il corpo Supercausale (che loro identificano con Turiya). Nel corpo Supercausale tu sei Tutto, sei l’intero universo”. Non so se l’identificazione col corpo Supercausale comporti anche l’esperienza del samadhi, suppongo di sì.
4. Quando l’allievo si è identificato col Tutto, il maestro gli dice: “Questo è ancora un corpo, è ancora mente. Devi abbandonare anche il corpo Supercausale. Resta così senza identificarti con niente”.
Per questo Siddharameshwar dice: “L’allievo (e non lo jnani, come dice) che è rimasto identificato col 4° stadio del nostro insegnamento, è sottosviluppato”, e in tal senso ha ragione.
Il nostro metodo è tutt’altro, non ha che vedere con quello di Siddharameshwar. Ramana dice “Stai nel Sé. Senti che esisti? Stai in quell’esistenza”. Infatti Ramana dice: “Il Sé si percepisce al sentire”. Ma per la scuola di Siddharameshwar questo è un ANATEMA, perché il metodo di neti-neti (non sono questo, non sono questo, non sono questo, ecc.) esige che si consideri falso tutto quello che si percepisce, mentre nel post ‘Upadesa Manjari’ abbiamo visto che la mente pura vede il Sé, anche se ovviamente si tratta dell’immagine del Sé riflessa sullo specchio della luce della coscienza. L’occhio non vede l’occhio, ma può vedersi allo specchio, no?
Comunque, quando Ramana dice “Stai nel Sé” e tu riesci a stare nel Sé – il che è lo stato unitivo di Turiya – tutto il resto si dispiega naturalmente. Ecco perché Ramana dice: “C’è solo Turiya”.
* Per gli insegnamenti di Sri Siddharameshwar vedi Amrut Laya (in inglese)