Raccontai a Sri Bhagavan come Sri Chivukula Sastri avesse preso il samnyasa poco prima della fine e di come sedendo eretto con le gambe incrociate nella posizione del loto, cantando incessantemente OM, era morto pacificamente. Sri Bhagavan osservò che era un modo consueto di morire per gli Yogi e confermò la maturità dello spirito scomparso. Poi aggiunse: «Uno Jnani è indifferente alla morte come alla vita. Anche se la sua condizione fisica fosse la più infelice, anche se fosse colpito dalla malattia più disabilitante e si rotolasse al suolo urlando dal dolore, rimarrebbe sempre incontaminato e continuerebbe a essere uno Jnani». Adesso, sapendo quanto accadde alla fine della Sua vita, queste parole acquistano un profondo e profetico significato.