— Buongiorno Sergio, quando inizio ad investigare dentro di me a volte ricevo delle piccole illuminazioni, ma solo a livello mentale. A volte mi chiedo chi sta pensando queste cose e i pensieri si fermano. La risposta dovrebbe uscire spontanea senza arrovellarsi il cervello, giusto? Leggendo e rileggendo Sri Ramana o ascoltando i video di Rupert Spira riesco a percepire la Consapevolezza come quel potere che mi ha tolto dai guai tante volte. Mi ha salvato la vita in momenti in cui è come se fossi uscito fuori dal mio corpo – infatti sono entrato, in una situazione, in uno stato in cui la mia mente non ricorda nulla e mi sono ritrovato illeso durante un brutto incidente, come non fossi stato io a guidare e quindi: chi guidava?
— Carissimo, sono contento dei tuoi successi!
Sì, come si comincia a far bene l’autoindagine e si riesce a penetrare/sprofondare anche solo per poco tempo il vero Soggetto si hanno delle brevi illuminazione che portano tanta gioia e l’entusiasmo di continuare la pratica.
Tu non hai ancora compreso bene cos’è la mente e questo ti porta a sottovalutare i tuoi successi. Per favore leggi attentamente il recente post sullo Yoga Vasishta titolato “La Coscienza Infinita” (https://www.itisnotreal.net/la-coscienza-infinita/). L’ho postato proprio pensando a te. Leggilo, rifletti sulla natura della mente e se hai delle domande scrivimi.
L’autoindagine è una pratica che si basa sull’intelletto discriminativo, che è già mente duale, ma ne è la parte più illuminata: prende direttamente la sua luce dal Sé. Attraverso la discriminazione che si produce nell’autoindagine, il ricercatore comincia a ‘vedere’ cosa è vero e cosa è falso, o se preferisci: cosa è Sé e cosa è non-sé.
La mente, che in realtà altro non è che l’Infinita Coscienza agitata dai pensieri prodotti dalla falsa percezione della dualità – cioè dalla falsa percezione che vi sia un soggetto separato – si purifica attraverso l’autoindagine (diventa calma, con pochi pensieri o addirittura nessuno). È quello che viene chiamata ‘mente sattvica’. Tale mente sattvica è in grado di ‘vedere’ il Sé, anche in maniera duale, attraverso il sentire. Tu puoi percepire la Pura Coscienza attraverso il senso sottile del sentire. Quando la mente vede la Verità, il Sé, prima o poi ‘DIVENTA’ il Sé. Allora entri nel samadhi, che è sovramentale, non-duale, e la beatitudine (ananda) è oltre ogni descrizione.
Perciò non sottovalutare i risultati della mente purificata.
Quando si pensa alla mente, ci compare l’immagine di un bidone in cui c’è di tutto: pensieri, emozioni, spinte contrastanti, identità, traumi, intenzioni aberrate, paure, passioni, compulsioni, avversioni ecc.
Per favore, rifletti su questo punto: tutti questi contenuti sono legati a due semplice credenze, niente di più: il pensiero ‘io’, che ti fa credere di essere un ‘io’ separato, e il pensiero ‘io sono il corpo’. Se in te crolla la credenza ‘io sono il corpo’, cosa rimane di tutto quest’infinito bidone di contenuti, di identità, desideri, traumi, passioni, paure ecc.???
NIENTE!!!
Se consideri che tutta la mente creatrice dell’illusione cosmica si basa su unicamente su queste due credenze, puoi comprendere quanto diretta e basilare sia l’autoindagine basata sull’intelletto discriminativo!
C’è un altro errore che tu compi. Tu ti aspetti di avere una risposta logica dalla tua pratica. Ma la vera risposta non è: “Ah, non è quello, ma è questo!!!”, anche se comprensioni possono accompagnare la vera risposta. La vera risposta è un’ESPEREINZA!!! E nel tuo caso, l’esperienza è quelle piccole illuminazioni, il pensiero che si ferma, la percezione della Consapevolezza. Brindo al tuo successo!!!