Renato Cadeddu: — 1:1 “Jñānaṃ bandhaḥ” il secondo verso degli Sivasutra: il legame è la conoscenza; effettivamente, data la coscienza come non-nata sono conoscitore e conoscenza a riassorbirsi in essa.
1:2 Caitanyamātmā: la coscienza è l’essere!
Sergio: — È meraviglioso!! Ho sempre cercato di dirlo. Il ‘Dopo Io Sono’ è che anche la conoscenza dell’IO impersonale/universale viene abbandonata dopo che ha trionfato. Ma rimane in standby.
Nisargadatta era in quello stato, ma sapeva benissimo chi era. Diceva che ogni volta che l’attenzione s’imbatteva in un fenomeno, gli emergeva spontaneo: “Questo non sono io”. Eppure era per la maggior parte del tempo nello stato asoggettuale, che chiamava il ‘non-conoscere’. Infatti dava indicazioni: “Prendi l’abitudine a non definirti”, perché nello stato asoggettuale c’è solo il verbo: un sentire, un vedere, un camminare… ma non c’è chi cammina, vede e sente, nemmeno come IO universale. Ma non cadete nell’errore di credere che non ci sia: c’è eccome! È la conoscenza di Quello ad essere assorbita: come quando contemplate un paesaggio e vedete tutto tranne che i vostri occhi che vi permettono di vedere. Eppure se qualcuno vi dice “Hai qualcosa nell’occhio”, non rispondete “Di cosa diavolo stai parlando?”…