kama

Kama, il piacere, va guidato, non importa quanto sia avanzato l’aspirante. Le Scritture parlano degli dèi, aspiranti avanzatissimi che sono stati presi dal piacere. Hanno vissuto in un pantano (come il mondo umano sulla Terra) e adesso contattano mondi di luce, di forme quasi perfette e apparentemente imperiture, ove ogni desiderio può essere esaudito, bellezza. Kama nasce dalla loro stessa libertà. Hanno praticato, si sono disidentificati, più libertà, e arriva kama come un’onda di piena. Attratti dal piacere rinascono in qualche Olimpo come dèi di vario rango, vivono un eone nel benessere e nella felicità, e quando hanno esaurito il loro buon karma muoiono soli, perché quel mondo è detto della ‘superficialità’, in quanto tutti rimuovono il fatto che prima o poi quel piacere finirà, e quando il loro compagno sta per morire, tutti lo ignorano. Muore solo, ma essendo un dio ha la possibilità di vedere l’incarnazione di grado assai inferiore che lo attende dopo la morte, e poiché non ha superato l’attaccamento al piacere sensuale, è attaccato alla vita e dunque soffre.

Kama non va soppresso, va guidato. Come? Portando l’attenzione al Divino anziché sui piaceri sensuali, per quanto sottili e relativamente sattvici possano essere.

Se non lo si fa, allora l’attenzione sarà catturata da kama che si farà sempre più potente.

L’unico piacere a non creare schiavitù è Ananda, la gioia per il Divino; tutto gli altri piaceri creano schiavitù. Remember.

Non vale la pena perdere la gioia eterna del Divino nemmeno per un eone all’Olimpo degli dèi.